
Proteste per la chiusura del Bancomat
Pescia, 9 giugno 2024 – La chiusura dello sportello Bancomat della filiale di Collodi di Intesa San Paolo ha creato subbuglio in paese. I residenti, in particolare gli anziani e le persone non automunite, si sono trovati in difficoltà; problemi importanti anche per le attività commerciali e i turisti che, soprattutto a partire dalla primavera, si riversano nelle strade della frazione, attirate dal Parco di Pinocchio e dalla Villa Garzoni. Le difficoltà, per i numerosi negozianti, si registrano, in particolare, alla sera, quando le attività abbassano la saracinesca, e i gestori non hanno la possibilità di versare in sicurezza l’incasso della giornata.
La cittadinanza si è mobilitata. È iniziata una sorta di class action, che si è concretizzata con una raccolta di firme. "Ho portato i modelli per la raccolta di firme in tutti gli spazi possibili in paese- spiega Luca Bocci, fra i promotori dell’iniziativa –ho incontrato il presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Pier Francesco Bernacchi, che ha messo a disposizione uno spazio, nel centro del paese, per ospitare un Bancomat, e ha offerto la propria disponibilità a incontrare la dirigenza di Banca di Pescia e Cascina, istituto da sempre molto attento e pronto a supportare le esigenze e le necessità del territorio. Con questa disponibilità in mano sono andato in Banca di Pescia e ho incontrato il direttore Antonio Giusti.
La petizione è andata molto bene, ne abbiamo raccolte 500. Le ho spedite, a mezzo pec, anche alla responsabile provinciale di Poste Italiane, Consuelo Loiero, con cui mi ha messo in contatto la consigliera regionale Luciana Bartolini, chiedendole la disponibilità di aprire un Postamat. Insieme a Marco Riccò abbiamo chiesto un incontro al sindaco Riccardo Franchi, anche a lui abbiamo consegnato le firme raccolte, e ci ha dato la disponibilità a fare da tramite, sia con Banca di Pescia che con Poste Italiane". "Servirebbe un movimento corale- aggiunge Riccò –bisognerebbe che tutti ci mobilitassimo, facessimo sentire la nostra voce, per spingere la banca a venire incontro alle difficoltà dei cittadini".
Emanuele Cutsodontis