
Cartelli stradali che si contraddicono da soli nel giro di cinquanta metri creando disagi per le attività sulla montagna pesciatina
Pescia, 16 luglio 2025 – “Stiamo provando una sensazione generale di abbandono perché, con chi ci interfacciamo, troviamo soltanto silenzio e mancanza di risposte alle comunicazioni”. Alza la voce Jacopo Bossi che, col fratello, gestisce l’Oasi Lignana sulla prima montagna pesciatina che, in questi giorni, si sta trovando di fronte a situazioni paradossali: ordinanze provinciali su chiusure di strade che vengono rispettate in parte, lavori eseguiti ma non sufficienti a garantire una generale sicurezza lungo la SP34 Val di Forfora, cartelli stradali che si contraddicono da soli nel giro di cinquanta metri. E, tutto questo, poi si ripercuote sulla clientela che vorrebbe godersi qualche giorno di relax all’Oasi e, invece, è costretta a sorbirsi un’ora di auto su strade tortuose, perché la principale e diretta che equivale a dieci minuti di distanza fra Pescia e Lignana viene indicata come chiusa.
“È stata emessa un’ordinanza per svolgere dei lavori lungo la SP34 ma, nonostante la preannunciata chiusura totale, la strada risultava essere ugualmente aperta – afferma Jacopo Bossi – per noi, poi, la problematica resta perché questa chiusura viene indicata su Google Maps e ci crea disagi a noi e ai clienti: abbiamo contattato la Provincia e ci ha detto che non può fare niente, abbiamo chiesto alla polizia municipale ma ci è stato risposto che nessuno può intervenire. Nel frattempo la strada resta pericolosa e se c’è un’emergenza e qualcuno non conosce la zona, rischia di dover perdere oltre tre quarti d’ora per raggiungerci”.
Oltre a questa problematica di natura comunicativa, e di mancanza di supporto verso chi arriva da fuori Pescia, restano i problemi strutturali di una strada provinciale di media montagna alle prese con una manutenzione che scarseggia: strada dissestata, in attesa di una riasfaltatura, guardrail e muretti distrutti, transenne messe in passato per segnalare pericoli oramai cadute nei fossi e mancanza di segnaletica di attraversamento di aree naturali protette. “Non dimentichiamoci che di fronte alla nostra richiesta, in quanto oasi Wwf affiliata – conclude Jacopo Bossi – di predisporre sulla strada, in corrispondenza della struttura, di una fermata del trasporto pubblico nessuno ci ha detto niente”.
La situazione relativa ai mezzi pesanti, infine, è particolarmente stucchevole ed anche contraddittoria. Nel giro di cinquanta metri, infatti, sono installati ben tre differenti cartelli provvisori sulle limitazioni al peso di transito in quel tratto di strada: prima si parla, dal km 2+300 al 2+400, di divieto con massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, poi poco più in là ma nello stesso tratto spuntano 26 tonnellate e, successivamente, scendono ancora ulteriormente a 16. Solo su di un aspetto si concorda: la scritta “proseguendo difficoltà di manovra” visto che crescono sempre di più i casi di mezzi pesanti che si trovano in situazioni poco agevoli nel transito su quel tratto di strada.
S. M.