
Un operaio al lavoro in un caseificio (foto di repertorio)
Ponte Buggianese (Pistoia), 25 aprile 2022 - Tre ore di sciopero ogni turno domani allo stabilimento Alival di Ponte Buggianese contro la decisione "unilaterale" del gruppo Lactalis di chiudere lo stabilimento che produce mozzarelle, porzioni di pecorino e ricotta. Una protesta che trova l’appoggio della politica che ha avuto reazioni bipartisan in difesa dei 78 dipendenti. "Esprimiamo la più profonda indignazione e preoccupazione – commentano Pier Luigi Galligani e Simona Querci per il Partito Democratico provinciale di Pistoia – Siamo alle solite: ci troviamo di nuovo di fronte a una multinazionale che con un provvedimento unilaterale e senza premesse giustificabili sceglie la strada di tagliare stabilimenti e posti di lavoro. Facciamo arrivare la nostra piena solidarietà ai lavoratori, compresi quelli dell’indotto. È necessario un vero piano di ristrutturazione che salvaguardi i posti di lavoro e rispetti gli impegni presi su un territorio che verrebbe ferito gravemente a livello economico e occupazionale".
In linea con il Pd di Ponte Buggianese che "vuol portare la solidarietà ai lavoratori, sostenendo fin da adesso ogni iniziativa, promossa dai sindacati e dalle istituzioni locali, che verrà assunta per scongiurare la chiusura". Mentre il centrodestra Ponte Buggianese punta il dito. "Per due anni, dopo l’acquisizione della Nuova Castelli, Lactalis ha eluso le richieste dei sindacati di presentare un piano industriale salvo portare a conoscenza adesso l’intenzione di chiudere. Già all’atto dell’acquisizione erano stati sollevati dubbi sulla regolarità di tale operazione ai sensi della normativa europea sulla libera concorrenza con un’interrogazione dell’onorevole Nicola Procaccini nella quale si esprimeva anche preoccupazione per i lavoratori italiani. A questo punto occorre la massima mobilitazione da parte di tutte le istituzioni e forze politiche. Riteniamo opportuna anche la convocazione immediata di un consiglio comunale aperto".
E Rifondazione Comunista provinciale rincara la dose. "Dove arrivano le multinazionali sparisce il diritto al lavoro. Tutto ciò è intollerabile! Anche in questo caso non c’è crisi, non c’è calo di lavoro. Ci sono scelte di delocalizzazione e massimizzazione del profitto. Quindi chiamamo alla mobilitazione il mondo del lavoro La Gkn insegna. Non un passo indietro".