Alival, restano poche speranze. Azienda verso la chiusura

Il sindaco di Ponte Buggianese Nicola Tesi: "A complicare la situazione c’è anche un contenzioso tra la vecchia e la nuova proprietà"

di Arianna Fisicaro

Una morte annunciata. È questa al momento l’unica previsione per il futuro dell’Alival, l’azienda casearia di Ponte Buggianese, specializzata in pecorino e mozzarella, vista la situazione. Due giorni fa quello che resta dei dipendenti, circa 40 allo stabilimento di Ponte, la metà rispetto al pieno regime, si sono riuniti in un’assemblea sindacale che a quanto pare li ha lasciati con le stesse domande senza risposta con cui vi erano entrati. "L’Alival chiude, c’è poco da girarci intorno – ha detto seccamente il sindaco di Ponte Buggianese Nicola Tesi – so che è in corso in tribunale un contenzioso tra la vecchia e la nuova proprietà e questo certamente non veicola una reindustrializzazione dell’azienda. Non so esattamente e non mi compete sapere quali siano con precisione i motivi del contenzioso, quello che so è che però Lactalis ha confermato già nelle settimane scorse la cessazione al marzo 2023 dell’attività, adesso c’è una procedura sindacale da seguire".

Ciò tornerebbe con le preoccupazioni dei dipendendi rimasti, che soloidue giorni fa avevano detto: "Qualche giorno fa il direttore era sceso – raccontano alcuni di loro – a chiedere la disponibilità di poter fare straordinari, mentre poco prima ci è stata prospettata la richiesta di uscita su base volontaria. Non comprendiamo la logica dell’azienda, né cosa voglia realmente fare di noi. Ma pare che fino a gennaio non abbiano intenzione di parlarne e tra noi c’è tanta rabbia. Da un lato ci chiedono straordinari e dall’altro ci prospettano la fuoriuscita su base volontaria, che tuttavia per la maggior parte di noi presenterà tutti i problemi legati al ricollocamento. A questo punto non sappiamo se cominceremo con gli scioperi". Ecco dunque dove si collocherebbe la procedura sindacale e da quel che emerge perfino la Regione avrebbe poco da aiutare. "Possiamo aspettare la Regione – chiude il sindaco Tesi – ma anch’essa può far poco dal momento che non ci sono le basi su cui operare. Nel senso che se non c’è la volontà di reindustrializzare, se non ci sono i soggetti, si può far poco. Al momento infatti gli unici soggetti che potrebbero essere coinvolti e cioè la vecchia proprietà e la nuova sono impegnati in un contenzioso in tribunale".