
di Gianluca Barni
L’Artista si racconta. Toccherà a Dodi Battaglia, chitarrista e voce dei Pooh, una delle icone della musica leggera italiana, salire sul palco del Teatro Verdi di Montecatini Terme: domani sera, dalle 21, il musicista bolognese sarà il protagonista dello spettacolo "Nelle mie corde", racconto in musica, parole e immagini di cinquant’anni di splendida carriera, diretto da Fausto Brizzi. Disponibile, alla mano, lo raggiungiamo telefonicamente nello studio discografico. La chitarra, tanta voglia di lei. "Appagata, nonostante l’età (della chitarra). Essendo nato in una famiglia di musicisti - mio padre suonava il violino, mio zio la chitarra, mio nonno il pianoforte -, da buon bolognese iniziai a 5 anni con la fisarmonica. Emilia, terra di valzer e tanghi. Poi a 14, in un grande magazzino, scoprii una chitarra fender e divenne la mia passione, quella che mi spinge ad andare avanti". Un centinaio le sue chitarre: un patrimonio e una storia enormi. Si sente più musicista o cantante? "Più musicista. Nasco musicista. Fu il produttore a chiedermi di provare a cantare: ero timidissimo, gli inizi furono così così. Poi, in studio, scelsero la mia versione di ‘Tanta voglia di lei’. Fu la mia consacrazione: quel brano è stato il più popolare dei Pooh". "Nelle mie corde": che cosa porta d’inedito a Montecatini? "Lo spettacolo va avanti da un paio di mesi e si è man mano evoluto, raffinato: è diventato godibile, simpatico. Di nuovo a Montecatini porterò la mia immagine attuale, un po’ diversa da quella del Dodi Battaglia strumentista virtuoso, pluripremiato, Cavaliere della Repubblica. Salire su un palco con tante medaglie, beh pesa. Grazie anche alla bravura di Eleonora Lombardo, l’attricecantante che mi affianca e mi stuzzica, vedrete un Dodi Battaglia più scherzoso, leggero: cambiato. All’inizio, come si dice a Bologna, non davo tanto del tu: ero considerato il bel tenebroso, che stava in disparte e non dava confidenza. Per timidezza. Oggi sono più disponibile". Anni fa, Gianni Rivera affermò "un giorno il calcio finirà". Chi fermerà la musica? "Non contate su di me. Sono nato, vissuto, (con calma) morirò con la musica. È stata la mia vera compagna di vita: non ti abbandona, non ti tradisce mai". C’è all’orizzonte un altro Dodi Battaglia? "Rispetto agli anni SessantaSettanta, ci sono tante scuole di musica, nelle quali s’insegnano numerose tecniche di chitarra, tra cui la mia. I ragazzi di oggi sono facilitati. Noi compravamo i dischi, li ascoltavamo e finché non riuscivamo a raggiungere un suono simile, provavamo. I primi libri di chitarra li acquistai negli Stati Uniti. Sono dunque facilitati, ma c’è un però: c’è un po’ di appiattimento, così come nel canto, ove mancano i nuovi Mina, Battisti, Celentano".
Gianluca Barni