
Alessandra Colombini
Massa, 18 luglio 2016 - Si chiama Alessandra Colombini, ha 19 anni compiuti da poco, e ha vinto i Campionati dell’Oceania nelle acque libere che si sono svolti nei giorni scorsi alle Isole Fiji. Oro nei 5 km, oro nei 10 km e seconda, in piscina, negli 800 metri. Ma che ci fa una italiana al Campionati dell’Oceania? Beh, Alessandra è di chiare origini italiane – il babbo, Alessandro, è di Roma, un ceppo della sua famiglia è anche a Massa – ma è nata e vive a Sydney, e difende i colori della nazionale australiana.
Dopo questi risultati, la federazione del suo paese le ha affidato una sorta di tutor, un tecnico inglese, per prepararla al meglio in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020, con primo probabile «step» dei Mondiali in Ungheria del prossimo anno. Alessandra, ora, non è a Rio de Janeiro perchè l’Australia aveva già scelto la sua rappresentante alle Olimpiadi per il nuoto in mare, Chelsea Gubecka, che non ha partecipato ai giochi alle Isole Fiji. «Ma seguirò in tv le Olimpiadi in Brasile – dice Alessandra – facendo il tifo per la mia compagna e per la squadra australiana». E l’Italia? «Beh, sono anche italiana e spero che la squadra azzurra faccia molto bene e vinca tante medaglie. Non mi dispiacerebbe un successo di Federica Pellegrini, lei è una grande, ma seguirò in particolare la mia amica Diletta Carli».
Dopo aver vinto i Campionati dell’Oceania, Alessandra è arrivata con la famiglia a Poveromo ed è qui che l’abbiamo incontrata per farci raccontare la sua storia. «Nuoto da quando avevo 8 anni – dice con un buon italiano, anche se le cuginette Martina e Olimpia sono pronte nella traduzione –. E’ stata mia mamma Linda a insegnarmi. Ho cominciato facendo alcune gare a scuola, in piscina, ma non ero la migliore anche se me la cavavo bene. I miei idoli erano Elisabeth Tricket e Ian Thorpe. Poi un giorno ho fatto una gara in mare, nel Queensland, e ho vinto. Avevo 16 anni e mi sono detta: “Voglio fare la nuotatrice’’. E da lì è partito tutto». Da quel momento, infatti, Alessandra non si è più fermata: ha vinto i campionati giovanili australiani, si è messa in luce ed è entrata a far parte del team Australia fino al trionfo alle Fiji. «Da gioco è diventata una cosa seria – afferma – anche se la passione e il divertimento sono al centro di tutto. Ora sono qui in vacanza a Massa, ma da agosto torno in Australia dove riprenderò subito gli allenamenti. Fino a quest’anno mi allenavo in piscina per 5-6 ore al giorno, oltre a un po’ di corsa, ai pesi e alla ginnastica».
Ma sei consapevole di essere vicina al sogno di ogni atleta, cioè quello di partecipare alle Olimpiadi? «Beh, sì. Ma 4 anni sono lunghi. Però faccio un ragionamento: quando ero più piccola guardavo i Trials australiani e mi dicevo: “Un giorno li farò’’. Ebbene ci sono riuscita. Ora guardo le Olimpiadi e dico la stessa cosa».
E se arrivasse una chiamata dalla federazione italiana? «Beh, i nonni, i parenti e mio babbo sarebbero felicissimi. Ma tutto sommato anch’io. In fondo sono metà italiana. E allora perchè no? L’importante, comunque, sarà esserci, non è importante con quale delle mie due bandiere». Noi siamo convinti che ce la farà.