GIANLUCA BONDIELLI
Massa Carrara

Massese, i tifosi sono diventati proprietari. «Noi traghettatori. Aspettiamo offerte»

Quieti amministratore, Bertoldi socio di maggioranza

Massese, la conferenza stampa dei tifosi (Nizza)

Massa, 10 luglio 2018 - Davide Quieti, amministratore unico, e Ciro Bertoldi, socio di maggioranza. Sono loro attualmente a livello legale i proprietari dell’US Massese 1919 ma tengono subito a precisare che loro ci hanno messo la faccia e le firme per questioni di disponibilità e opportunità ma la società è in mano indistintamente a tutti i tifosi. Tanto che al tavolo della conferenza stampa significativamente si è presentato un esponente di ciascuno dei tre gruppi: Legione Cybea, Massa Kaos e Vecchia Guardia.

«Quello che è successo ormai lo sapete bene tutti – ha cominciato Davide Quieti –. Noi tifosi non eravamo convinti del progetto dei nuovi proprietari e avevamo fondati sospetti che ci fosse il rischio di non riuscire neppure a iscrivere la squadra. Bisogna ringraziare Massa Kaos e Legione Cybea che ci hanno messo la faccia. Ho letto di episodi di violenza ma non mi risulta. Non ero presente ma mi è stato riferito di una contestazione accesa ma civile. Io e Ciro ci siamo presi questa grossa responsabilità ma il merito è di tutti questi ragazzi che sette giorni su sette per tutto l’anno vivono la Massese. Grazie al presidente Turba oggi (ieri per chi legge, ndr) iscriveremo la squadra al campionato nel primo giorno utile. Adempiuto a questo primo compito il nostro secondo obiettivo è quello di fungere da traghettatori ovvero individuare assieme all’amministrazione qualcuno che possa rilevare la società. L’ideale è che si facesse avanti qualcuno della città anche per una questione di senso di appartenenza. A Montignoso il sindaco è riuscito a convogliare una ventina di imprenditori. Non vedo perché non si possa fare anche a Massa. Non c’è preclusione di sorta comunque; per nessuno, di qualsiasi parte d’Italia. Le pregiudiziali sono soltanto tre: che si tratti di persone serie e con solidità economica, che il marchio resti ai tifosi e che una piccola quota societaria non invasiva delle scelte (un 4%) rimanga agli ultras perché possano sapere come stanno le cose. Ci siamo dati una decina di giorni per vagliare le richieste che arriveranno. Come ultima spiaggia, nel caso non si facesse avanti nessuno, saremmo noi tifosi a farci carico della gestione allestendo una squadra di ragazzi del posto che giochino per la maglia e chiedendo aiuto alla città attraverso sponsorizzazioni e abbonamenti. Non pensiamo a meccanismi come l’azionariato popolare che non ci sembrano di facile attuazione. Abbiamo parlato col sindaco e ci ha confermato che fra poco inizieranno i lavori per rendere lo stadio agibile. Ci ha fatto piacere che l’amministrazione ci abbia chiesto di collaborare con lei a 360 gradi. Abbiamo avuto assicurazione che anche il comune cercherà di sensibilizzare le forze economiche della città. Chiunque vorrà la Massese dovrà parlare con noi. Qualcuno vive il mondo ultrà come se fossimo delinquenti ma vi assicuro che non è così. Noi diamo l’anima per la Massese e pensiamo soltanto al suo bene. Non potrebbe essere in mani migliori. E’ bello perché tutta la curva è coinvolta e ognuno sta mettendo a disposizione le proprie competenze anche nel vagliare le richieste che stanno arrivando».