Zone protette, marcia indietro del Parco

Il presidente Putamorsi chiederà al consiglio direttivo di ritirare la delibera sui limiti di escavazione in galleria e nelle aree speciali

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Alla prossima riunione del consiglio direttivo del Parco delle Alpi Apuane il presidente Alberto Putamorsi chiederà di ritirare la delibera del 5 luglio, la stessa contestata con durezza dai sindaci della Comunità e che riguarda i limiti all’escavazione in galleria nelle Zone di protezione speciale,. Una scelta che deriva non tanto dalla presa di posizione dei primi cittadini, che nella seduta di Comunità del 18 luglio avevano votato la richiesta di revoca della delibera, quanto da un recente parere dell’avvocatura di Stato che è stato anticipato al presidente Putamorsi e che lui stesso ha presentato mercoledì alla riunione della Comunità.

La revoca dell’atto serve a rispettare la legge, in sostanza, e la normativa al momento non preclude ‘a prescindere’ l’escavazione sotterranea nelle famose Zps, ossia Zone di protezione speciale, perché questo non lo richiedono neppure le direttive europee per la protezione degli uccelli e degli habitat da cui discende poi il decreto ministeriale attuativo del 2007. Bisogna invece andare a valutare caso per caso l’effettiva incidenza dell’attività estrattiva da effettuarsi in galleria sulla qualità dell’ambiente, in particolare quando l’imbocco della cava non ricada all’interno della stessa area protetta ma si trovi all’esterno.

La delibera del consiglio direttivo, che sarà revocata, in realtà non poneva comunque paletti definitivi ma richiedeva fra le altre cose una procedura di valutazione di impatto sul piano di escavazione che escluda incidenze negative sui siti di Rete Natura 2000, che si trattasse di un’area non superiore a 3mila metri quadrati, già contigua ad una cava attiva con autorizzazione rilasciata da almeno 5 anni e che non ci fossero alternative. A ogni modo già dall’anno scorso i vertici del Parco avevano voluto vederci chiaro sulle possibilità di escavazione in aree Zps. Prima della fine del 2021 era stata inviata una richiesta di chiarimenti al Ministero della transizione ecologica che a sua volta si era rivolto all’avvocatura di Stato per avere un parere sulla corretta interpretazione del Decreto ministeriale del 2007 che applicava le direttive europee con riferimento alle Zps e in particolare a progetti di espansione o ampliamento in galleria di attività estrattive già esistenti con ingresso al di fuori dell’area protetta.

Il parere dell’avvocatura sta per essere consegnato ma i contenuti sono chiari, come evidenziato da Putamorsi in sede di assemblea della Comunità: va nella stessa direzione della recente sentenza del Tar di Firenze a favore della società Escavazione Marmi Lorano II contro Regione, Parco e Comune di Carrara. In pratica ogni progetto di escavazione in galleria anche in zona Zps va valutato a parte, verificando l’effettiva incidenza sulla natura, e non può essere bocciato in via preventiva perché l’impatto non deve essere presunto ma valutato sotto il profilo tecnico. Da qui la decisione del presidente Putamorsi di proporre al consiglio direttivo il ritiro della delibera del 5 luglio e valutare poi come procedere. Francesco Scolaro