
Andrea Varesi produce sedie e canapè tipici di Zeri
Zeri, 8 febbraio 2015 - A volte ritornano. Sono gli antichi saperi artigianali messi nel cassetto mezzo secolo fa riesumati con la crisi del lavoro. C’è chi si ricorda del nonno artigiano e raccoglie il testimone per far rivivere mestieri che non esistono quasi più. E’ il caso di Andrea Varesi, di Montelama, un giovane che dopo aver conseguito il diploma da geometra e frequentato ingegneria all’Università di Parma, ha dato una svolta alla sua vita reinventandosi il mestiere del nonno Liserio, che faceva l’impagliatore. Un lavoro di maestria che richiede l’intreccio di paglia, corda e altre fibre vegetali per costruire inserti per sedie e divani o per riparazioni. Ma Andrea, che a scuola era soprannominato “piccolo Einstein” per le doti creative nell’uso della matematica e della geometria, ha aggiunto anche al mestiere la tecnica di falegnameria per costruire vecchi modelli di sedie della cultura di paese, canapè e altri divani, come quelli pontremolesi che si fabbricavano nel paese di Bratto. Non sono certo le celebri Thonet con seduta di paglia di Vienna o le “chiavarine”, ma lo stile rurale dei manufatti lunigianesi, pure semplice, è una testimonianza del carattere domestico e finalizzato all’utile delle popolazioni montane.
«HO IMPARATO praticamente da solo ad impagliare perché mi è sempre piaciuta questa attività – spiega Andrea Varesi – e inizialmente svolgevo lavori di riparazione per i parenti che avevano bisogno di qualche intervento per rinnovare il pianale delle sedie e dei divani. Poi ho deciso di farlo diventare un lavoro vero e proprio e mi sono dedicato anche alla costruzione completa dei divani della tradizione». E ha riproposto l’antico canapè di Zeri, un divano semplice, ma ormai raro: «Ho studiato la struttura lignea e ho anche apportato qualche piccola modifica per renderlo più robusto perché un tempo usavano travetti e schienali molto leggeri che col tempo si spaccavano. Ho anche alzato leggermente i braccioli per renderli più comodi, senza però modificare l’estetica rimasta quella di un tempo». Ma quanto ci vuole per costruire un canapè? «Occorre sagomare i legni e quindi impiego almeno due giorni, poi procedo all’impagliatura con la rafia. Un tempo usavano l’erba di fiume, il carice». Oltre al canapè del nonno, Andrea produce sedie sempre dallo stile rurale zerasco e i divani di Bratto. «Questi erano più stilizzati con lo schienale composto da travetti ondulati e con decorazioni incise a fuoco. Il tipo di impronta era scelto dal committente». Lavora su ordinazione ed è in grado di costruire anche modelli diversi. Si è fatto rapidamente un nome frequentando i mercatini in cui espone i suoi manufatti di pregio che colpiscono l’attenzione per la cura dei dettagli e l’accuratezza dell’assemblaggio. Il suo laboratorio è a Montelama: 348 4155289 oppure alla mail [email protected].
N.B.