FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Vodafone deve dare al Comune 345mila euro

Il Tar dà torto alla compagnia nella controversia con l’amministrazione in merito al canone di locazione sulle aree di otto antenne

di Francesco Scolaro

Antenne di telefonia mobile, Vodafone deve versare al Comune di Massa 345mila euro di canone. E’ il Tar di Firenze a dirimere la controversia sorta negli anni scorsi fra la compagnia e palazzo civico. Al centro dello scontro il canone di locazione di alcuni spazi nella disponibilità del Municipio: secondo la multinazionale della telefonia, la somma avrebbe dovuto essere calcolata come imposta Cosap o Tosap, insomma la classica occupazione di suolo pubblico che versano al Comune anche i commercianti. Ben diversa, invece, la posizione dell’amministrazione. Prima di tutto perché c’erano dei contratti già stipulati negli anni passati che prevedevano un vero e proprio ‘affitto’ pure molto oneroso, 18.500 euro ad antenna all’anno (più Iva). Dal 2015 è iniziato il confronto con otto antenne al centro della discussione: Vodafone ha sospeso in parte il pagamento del canone sostenendo che le infrastrutture di telefonia si trovassero in aree definite come ‘patrimonio indisponibile’ e per le quali la tariffa dovuta sarebbe stata quella dell’occupazione di spazi e aree pubbliche (che può partire da un minimo di 516,46 euro all’anno, praticamente nulla).

Le parti non sono mai riuscite ad arrivare a un accordo stragiudiziale e all’inizio del 2019 il Comune ha iniziato a battere cassa, con diffide e ingiunzioni di pagamento. Vodafone ha presentato ricorso al Tar che il giorno prima della vigilia di Natale ha pubblicato la sentenza. Ha stabilito che le aree su cui sono state installate le antenne non appartengono al patrimonio indisponibile (ossia spazi destinati a un pubblico servizio) ma a quello ‘disponibile’ del Comune di Massa e sulle quale, appunto, può disporre canoni di locazione che non rientrano nella fattispecie di quelle assoggettabili a Tosap o Cosap. Quindi i contratti sottoscritti dalla compagnia Vodafone (come dalle altre società) sono del tutto validi e devono essere rispettati. Il Tar ha dichiarato inammissibile il ricorso "nella parte in cui pretende di riportare il regime patrimoniale delle aree comunali per le quali è controversia a quello delle aree demaniali" con tutto ciò che ne consegue, compreso il pagamento delle ingiunzioni stabilite dal Comune (anche se Vodafone potrà comunque presentare ricorso contro diffide e ingiunzioni al giudice competente, ossia il tribunale ordinario).

"La somma richiesta – spiega il vice sindaco Andrea Cella – è di 345mila euro. Sono tutti pagamenti dovuti rispetto ai contratti che essi stesso hanno firmato. La società sostiene che siano cambiate le condizioni e noi siamo disposti a parlarne ma nei contratti futuri, alla scadenza di quelli in essere che devono invece essere onorati. Capiamo che oggi non ci sono più gli incentivi di alcuni anni fa per la copertura del territorio però sono aspetti che andranno valutati in futuro. Gli altri gestori non hanno mai avuto problemi a pagare".