REDAZIONE MASSA CARRARA

Vita nuova per l’ex polverificio. Maxi investimento di Cemenbit

A Pallerone arriva la società che ha messo sul piatto 13 milioni di euro per rilanciare la zona abbandonata

Vita nuova per l’ex polverificio. Maxi investimento di Cemenbit

Attività di recupero del fresato e produzione di asfalto. A Pallerone, nella zona industriale, ha appena cominciato la sua attività la Cemenbit, una società fondata nel 1986 che opera nel settore edile-stradale utilizzando a supporto il proprio impianto per la produzione di conglomerati bituminosi. Basta avvicinarsi all’azienda per vedere l’enorme lavoro fatto, con un investimento di circa 13 milioni di euro, a recupero di una zona degradata e abbandonata, l’ex polverificio. Ieri mattina le prime prove di produzione, per collaudare il grande impianto che produce diversi tipi di inerti utilizzati nei lavori stradali e nell’edilizia, come sabbie e pietrischi. Due i lotti realizzati.

"Il primo svolge attività di recupero della scarifica dell’asfalto, il fresato - spiega Marco Bertonelli, presidente Cemenbit - con una tensostruttura che copre il fresato per mantenere il rifiuto non pericoloso al riparo dalle piogge e da eventuali raffiche di vento. E poi l’impianto per la vagliatura e le vasche per il recupero e trattamento delle acque. Nulla va sprecato perché le acque trattate vengono poi riutilizzate per il lavaggio dei mezzi in entrata e in uscita dal cantiere, così da mantenere la viabilità interna e soprattutto quella pubblica, pulita e priva di polveri o fanghi".

"Il nostro comune - commenta il primo cittadino di Aulla - sa che c’è massimo rispetto per la normativa, in materia di ambiente, grazie a impianti di riciclo aria e acqua. Sappiamo che i lavori sono stati eseguiti in maniera scrupolosa". Oltre al piazzale, l’intervento Cemenbit si è esteso anche nella parte più interna, creando un’area verde dove sono stati piantati oltre 40 alberi. C’è poi la parte dedicata alla produzione vera e propria, un impianto di nuova concezione, che garantisce massima riduzione di consumi energetici, minima dispersione termica e soprattutto minimo impatto sull’ambiente. Grazie anche a un tunnel allo scarico sui camion e un sistema di aspirazione e trattamento delle emissioni diffuse con un apposito filtro. "Il materiale da riciclare proviene da cantieri della zona - aggiunge il geometra Alessandro Bonni — se soddisfa le analisi imposte da normativa, si può commercializzare come materia prima seconda o per asfalto o sottofondi stradali. Lo impieghiamo totalmente, senza scarti. Poi lavoriamo per produrre nuovo asfalto, utilizziamo materiale vergine e bitume, alcuni prodotti sono nostri, altri li prendiamo in cava".

Con loro anche il figlio di Marco Bertonelli, Diego. "Abbiamo acquistato gli spazi nel 2020 - dicono -, l’iter burocratico è stato lungo, i lavori sono cominciati nel febbraio 2022. Abbiamo scelto Pallerone perché è una zona industriale vasta, a basso impatto e abbiamo scelto anche il migliore impianto tecnologico per rispettare ambiente e cittadinanza. Per ora stiamo facendo le prove, il nostro impianto ha una potenzialità di 260 tonnellate all’ora e disponiamo di spazi per lo stoccaggio. Arpat, nella sua relazione, ci ha fatto i complimenti soprattutto per quello che riguarda il recupero delle acque piovane. Abbiamo puntato a fare il massimo, con un impianto di altro livello".