
La colomba di Carlo Sergio Signori, simbolo della pace in piazza Due Giugno. Le opere dell’artista giacciono dimenticate in un magazzino polveroso. Il Comitato Pro Signori propone l’acquisto per pagare la retta della vedova alla rsa
Ancora nulla di fatto per il lascito Signori. Le magnifiche statue e dipinti del grande artista milanese di nascita, carrarino e parigino d’adozione, Carlo Sergio Signori, scomparso nel 1988, giacciono da anni accatastate e impolverate in un fondo alla Gildona, in attesa che qualcuno paghi le rette della casa di riposo della vedova dell’artista, Fumie Kakinuma, e diventi così proprietario delle opere. Un autentico spreco di opere d’arte, un peccato per tutta la città perdere un’occasione così, una collezione potrebbe diventare un fiore all’occhiello per Carrara. Un anno fa era stato il Comune a prendersi l’impegno di coprire il debito in cambio dell’acquisto della proprietà dei manufatti, ma per questioni burocratiche il passaggio della titolarità delle opere in capo al Regina Elena non è possibile, e questa speranza è svanita.
Per questo Enrico Marselli, Dino Geloni e Fabrizio Geloni amici di famiglia dell’artista e membri di un comitato pro-Signori (Fabrizio Geloni e la moglie Maresa Pucci nel 2018 avevano restaurato a proprie spese la statua di Signori in piazza II Giugno, ’La colomba della pace’, in occasione del loro 50º anniversario di matrimonio) si sono rivolti di nuovo al nostro giornale per coinvolgere enti e privati nella speranza che qualcuno paghi la retta della rsa, che si aggira intorno ai 100mila euro, acquisendo così la proprietà delle opere, valutate sui 500mila euro, secondo una stima del critico Massimo Bertozzi. In alternativa il giudice ha disposto la vendita della casa della vedova a Marina, dopo la quale le opere saranno libere, con grande perdita per tutta la città. Ricordiamo solo che Signori è stato uno degli scultori più rappresentativi della sua epoca, il primo a realizzare un monumento astratto in marmo bianco: le sue opere un tempo erano esposte accanto a quelle di Picasso, di Giacometti, di Modigliani. Espatriato in Francia per motivi politici, nel 1946 gli venne affidata la creazione del monumento ai fratelli Rosselli, che venne realizzato negli studi Nicoli e poi collocato a Bagnoles de l’Orne. Oggi le sue opere giacciono dimenticate in un vecchio fondo e se nessuno si fa avanti a coprire la retta del Regina Elena verrà venduta la casa della vedova e le opere andranno disperse anziché radunate in un’unica galleria che potrebbe diventare un fiore all’occhiello per la città.