Via dal logorio della vita moderna Una famiglia a contatto con la Natura

I gestori del rifugio di Campocecina spiegano la scelta di allontanarsi dalla civiltà per vivere meglio

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Una vita fra i boschi e le montagne, da sempre amate e frequentate. È questo ciò che Giovanni Tomagnini e la sua famiglia hanno sempre desiderato e così, quando hanno visto il bando aperto dal Cai per la gestione del Rifugio Carrara di Campocecina hanno deciso di approfittare, aprendo i battenti a fine maggio dopo una lunga ristrutturazione. "Io sono di Pietrasanta – racconta Giovanni – e sono sempre stato appassionato di montagne e in particolare delle Apuane, le ho sempre frequentate. Cercavamo un posto come questo per stare a contatto con la natura e per fortuna lo abbiamo trovato. Siamo l’avamposto più a nord della Toscana e perciò sono numerose le persone che passano da noi per proseguire il cammino e svalicare. Cerchiamo di offrire a tutti tanti servizi, dalle camere al cibo". Sono tante, però, le difficoltà che un gestore di un rifugio deve affrontare, a partire dal rifornimento, anche se gli sforzi sono sempre ripagati dalla bellezza dei panorami che circondano Campocecina: "Per rifornirci e fare la spesa impieghiamo una mezza giornata perché dobbiamo scendere fino a Carrara e riportare tutto su. Siamo anche piuttosto fortunati da questo punto di vista – aggiunge Giovanni , che viene aiutato dai genitori e dalla moglie Valentina –, perché il rifugio è accessibile e raggiungibile piuttosto facilmente, le macchine possono arrivare fino a pochi metri da noi. Adesso, poi, la strada è migliorata e raggiungerci è ancora più semplice. Si potrebbe fare ancora meglio da questo punto di vista, una bonifica servirebbe perché ogni volta che tira vento ci sono rami e alberi che cadono in strada ma rispetto a qualche mese fa i miglioramenti sono notevoli ed è quindi più facile arrivare qui da noi".

Questo fattore, però, secondo Giovanni a volte può anche trasformarsi in un difetto, "perché rende il nostro rifugio poco selettivo e usato da molte persone che non frequentano abitualmente la montagna e che hanno una totale mancanza di rispetto per l’ambiente che li circonda. In futuro spero che le persone cambino ed imparino a comportarsi civilmente. Sembra banale dirlo, ma bisogna investire nelle nuove generazioni per far sì che tutta l’umanità migliori. In molti salgono ai prati e lasciano lì rifiuti e sporcizia, senza andare ai cassonetti in fondo al sentiero. Spesso nelle domeniche o nei giorni di festa siamo costretti a pulire i prati: raccogliamo tutto quello che la gente lascia per terra, riempiamo vari sacchi e li portiamo ai bidoni ma potrebbe farlo chiunque. Il posto è bellissimo e va avanti da solo ma è importante che le persone imparino a rispettare la montagna".

Alessandro Salvetti