Via al piano antincendio. Gli alberi vanno abbattuti

Parte l’operazione sulle colline di Montignoso per creare 5 fasce tagliafuoco. Le operazioni lungo la viabilità e tra le frazioni Capanne, San Vito e Cerreto.

Via al piano antincendio. Gli alberi vanno abbattuti
Via al piano antincendio. Gli alberi vanno abbattuti

Sulle colline che sovrastano l’abitato di Montignoso, fino al Cerreto, sono comparsi alcuni cartelli che segnalano l’abbattimento delle piante. Nessun allarme: rientra nelle azioni di riduzione del rischio incendi, così come da Piano specifico Aib che coinvolge Montignoso e Monti di Ripa, approvato dalla Regione Toscana, e che prevede la creazione sin da subito di 5 fasce tagliafuoco in aree a maggio rischio, per un’operazione che costerà in tutto circa 250mila euro. Le operazioni saranno svolte soprattutto lungo la viabilità e nei dintorni delle frazioni fra Capanne, San Vito e Cerreto, con una ‘profondità’ della fascia da disboscare di circa 20 metri, oltre al disboscamento della vegetazione arbustiva ai lati delle strade. Inoltre il progetto prevede nelle fasce ad alto rischio la totale eliminazione della popolazione matura di pino marittimo e avviamento all’alto fusto o, diradamento, della componente a latifoglia presente, eseguendo anche un rinfoltimento a latifoglie a bassa infiammabilità nelle aree che rimarranno più scoperte.

Chi conosce i versanti di Montignoso, sa bene che spesso sono anche molto ripidi, quasi a picco in certi casi sopra le abitazioni: per questo sono previste anche operazioni di taglio più ‘spettacolari’, con tecniche di tree-climbing per potatura e abbattimento, oppure di scale aeree persino per raggiungere i cespugli e arbusti cresciuti in alto sulle scarpate rocciose a strapiombo sulla strada. L’obiettivo è anche quello di ‘cambiare’ il volto ai boschi sopra Montignoso cercando dove possibile di ridurre e molto la presenza del pino marittimo, specie ritenuta ad altissimo rischio per la propagazione dell’incendio boschivo, eliminando totalmente questa specie all’interno delle fasce, favorendo di contro le latifoglie autoctone, in particolare castagno, leccio e roverella, anche attraverso il rinfoltimento, nel caso il soprassuolo residuale si presentasse eccessivamente rado. Operazioni che dovrebbero concludersi entro il mese di dicembre e che si rendono necessarie non solo per gli incendi.

Anche negli ultimi anni, infatti, questi boschi sono stati oggetto di eventi di dimensione più ridotta ma che hanno comunque richiesto la massima attenzione proprio per la vicinanza alle case e a intere frazioni abitate.

FraSco