Vendono all’azienda materiale ritenuto contraffatto. Il giudice gli dà ragione, ma la banca pignora i conti

È successo alla Isol Marine, una ditta che si occupa di coibentazioni di yacht con 70 dipendenti

Gli vendono del materiale ritenuto contraffatto, il giudice gli dà ragione sospendendo l’ingiunzione esecutiva. Ma la banca tiene bloccate le somme giunte sul suo conto dopo lo stop del pignoramento. Giuseppe Viola è il direttore generale della Isol Marine Srl, una ditta carrarese che si occupa di coibentazioni nella costruzione di yacht e mega yacht con 70 dipendenti e con un fatturato di 7 milioni. Nel 2023 ha acquistato delle colle da un fornitore della Versilia, ma al momento dell’utilizzo in cantiere l’etichetta su un fusto si è staccata e sotto c’era l’etichetta di un altro produttore. "Era del materiale evidentemente contraffatto - spiega Viola - con etichetta apposta su quella originale, così abbiamo aperto una causa civile e penale contro il fornitore". Ma nonostante questo il fornitore a sua volta, non vedendo arrivare i soldi, ha fatto un decreto ingiuntivo ottenendolo dal tribunale di Lucca.

Parte il pignoramento immediato "saltando il termine dell’atto di precetto conseguente al provvedimento esecutivo, togliendo al mio assistito anche i 10 giorni per pagare - spiega il legale Tommaso Bertuccelli di Viareggio -. Viola, anche se avesse voluto pagare, non avrebbe potuto perché pignorato un secondo dopo la notifica degli atti". Il legale fa opposizione chiedendo la sospensione dell’esecutorietà al tribunale di Lucca che il 6 dicembre 2023 dà ragione a Isol Marine. Quando tutto sembra finito e quel pignoramento solo un brutto ricordo, perché sospeso dal giudice dell’esecuzione del tribunale di Massa, a febbraio sul conto corrente della Isol Marine vengono accreditati dei soldi di fatture pagate dai clienti della società.

"Su un totale di un bonifico di 250mila euro, la banca Ifis ne ha bloccato circa 170mila - prosegue Viola - perché questa banca sosteneva che c’era il pignoramento anche se sospeso. Una grossa somma bloccata che poteva mettere in ginocchio l’azienda e i dipendenti". A quel punto Bertuccelli chiede alla banca di svincolare la somma dato che gli aveva già inoltrato i provvedimenti "visto che dal 6 dicembre 2023 il decreto ingiuntivo non era più esecutivo ed è stata sospesa anche l’esecuzione, quindi non poteva trattenere alcuna somma - spiega l’avvocato -. Ho fatto anche ricorso all’arbitrato bancario finanziario (Abf)".

Poi l’avvocato si rivolge anche al giudice dell’esecuzione del tribunale di Massa, Carlo Mattugini, chiedendo di svincolare le somme arrivate sul conto corrente dopo il 6 dicembre 2023. "Il giudice ha emesso l’ordinanza che ci dà piena ragione e dà torto alla banca Ifis - sottolinea –. Adesso sarà chiamata a risarcire il danno per il mancato ciclo finanziario".

Patrik Pucciarelli