Una ’via’ per alluvioni e siccità Il metodo di Legambiente per creare i ’ravaneti spugna’

L’associazione chiede nuovi strumenti e un piano per garantire un terreno filtrante al monte "In questo modo si eviterebbero alluvioni consentendo all’acqua di defluire in tempi più lunghi".

Una ’via’ per alluvioni e siccità  Il metodo di Legambiente  per creare i ’ravaneti spugna’
Una ’via’ per alluvioni e siccità Il metodo di Legambiente per creare i ’ravaneti spugna’

"La valutazione di impatto ambientale deve tenere conto del rischio di alluvioni e siccità" A dirlo è Legambiente che, in un documento indirizzato alle istituzioni, traccia le linee guida per affrontare le grandi piogge e i periodi di secca con la soluzione dei ravaneti spugna. "È ancora diffusa l’idea che le alluvioni siano fondamentalmente calamità naturali causate da precipitazioni eccezionali. Secondo questa idea piogge di intensità contenuta genererebbero picchi di piena modesti che restano contenuti in alveo, mentre piogge più intense genererebbero picchi ben più elevati, con superamento degli argini e alluvione del centro urbano". Prosegue poi l’associazione ambientalista con quello che è un esempio pratico. "Immaginiamo di coprire il bacino montano con un enorme lenzuolo di plastica, rendendolo liscio e impermeabile: con una precipitazione intensa, l’intero volume d’acqua caduto raggiungerà Carrara con un’onda di piena elevatissima e catastrofica. Ora immaginiamo invece di coprire il bacino montano con un enorme materasso di spugna: il deflusso della stessa precipitazione, dovendo compiere un percorso ben più tortuoso e lungo all’interno degli interstizi della spugna, sarà molto rallentato. La piena si distribuirà su un tempo ben più lungo, producendo un picco più basso, senza esondare". Rallentare il deflusso convertendo i ravaneti in ravaneti spugna "rimuovendo le terre e mantenendo le scaglie dato che la funzione protettiva dalle alluvioni è esercitata dalle scaglie presenti". Per realizzare i ravaneti spugna occorre smantellare i ravaneti recenti fino a raggiungere il substrato roccioso "eliminare tutti i materiali fini come marmettola o terre e ricostruire i ravaneti spugna con sole scaglie pulite – spiega Legambiente –. Proponiamo la stabilizzazione dei ravaneti spugna con bastioni in scaglie realizzati con la tecnica dei muri a secco o in blocchi". Stesso discorso per contrastare la siccità bisogna rallentare i deflussi superficiali ed evitare di gettare rapidamente a mare le acque meteoriche "evitando così di incrementare i picchi di piena – conclude l’associazione –. Trattenendo l’acqua più a lungo sul territorio se ne favorisce l’infiltrazione e l’immagazzinamento nel suolo. Ciò consente di rimpinguare le falde e di avere a disposizione maggiori riserve idriche da utilizzare nei periodi di siccità".