
di Natalinoi Benacci
Il voto della comunità pontremolese espresso nel 1622 per sconfiggere con un atto di fede la pestilenza che stava falcidiano la popolazione, compie quattro secoli. E il Comune con l’aiuto delle parrocchie e dell’Ufficio liturgico diocesano, ha presentato il progetto d’incontri culturali e di riflessione “I percorsi dello spirito“ per chi vorrà approfondire la storia. In questa iniziativa la Giunta ha deciso di far coniare una medaglia ricordo realizzata dallo scultore Luciano Preti. Lunedì scorso il sindaco Ferri e l’artista si sono recati a Firenze a un laboratorio specializzato nel conio di medaglie dove Preti ha consegnato le matrici della medaglia celebrativa che rappresenta la Madonna del Popolo (un capolavoro artistico databile attorno al 1250) tra le chiese di San Nicolò e del Duomo affiancato dal Campanone. La memoriaè celebrata ogni 2 luglio con un evento religioso legato alla storia della città. Pontremoli fu colpita dalla peste in più occasioni: nel 1340 i malati venivano accolti nell’ospedale di San Lazzaro. Negli Statuti comunali pontremolesi si fa spesso riferimento alla peste. Il cronista-speziale del Quattrocento Giovanni Antonio da Faie, nato a Malgrate, narra che nel maggio del 1400 “cominciò la moria e andò questa mortalità quasi per tutto il mondo, poco a poco moltiplicando“. Quasi 50 anni dopo le sue cronache registrano che a Pontremoli aveva iniziato a diffondersi il morbo nella parrocchia di Santa Cristina contando 40 decessi. Un contagio che si allargò alla parrocchia di San Colombano arrivando a vicino al palazzo del Commissario che si ritirò al di là della Cortina di Cacciaguerra facendo murare la porta. La malattia è ricordata dai cronisti ancora nel 1499 e nel 1522, quando deflagrò il contagio nella vicina Berceto i cui abitanti chiesero ai vicini di Montelungo una provvista di sale, olio e aceto. La comunità pontremolese diede ordine al tesoriere di sborsare il denaro per pagare il costo dell’aiuto. Altre due pestilenze sono rimaste nella storia, quelle del 1622 e del 1630, che favorirono voto della comunità alla Vergine per sconfiggere con la fede la pestilenza che stava falcidiano la popolazione. Il Consiglio dell’epoca deliberò “di festeggiare in perpetuo tutte le feste della Madonna e ogni anno di fare la festa della visitazione della Madonna nella chiesa di S. Maria nella piazza di sopra con la celebrazione di 15 messe e una cantata solennemente e l’offerta di 12 libbre di cera bianca“. E il 7 luglio 1630 il Consiglio Generale fece voto di erigere un “tempio a honore della gloriossissima Vergine nel luogo dove è la chiesa di Santa Maria di Piazza sotto il titolo di Madonna del Popolo“.