NATALINO BENACCI
Cronaca

Un vero processo... simulato. Studenti in aula di tribunale. Riflettori sul cyberbullismo

I ragazzi dell’istituto Pacinotti Belmesseri di Fivizzano in scena a Pontremoli. Un progetto per formare cittadini responsabili e rispettosi della convivenza civile.

Il gruppo degli studenti coinvolti nel progetti di processo simulato

Il gruppo degli studenti coinvolti nel progetti di processo simulato

Un giorno in tribunale per gli studenti della quarta classe del corso Relazioni internazionali per il marketing dell’Istituto Pacinotti Belmesseri di Fivizzano, che ieri a Pontremoli hanno simulato un processo in aula riproducendo il caso di Carolina Picchio, studentessa di 14 anni di Novara considerata prima vittima ufficiale di cyberbullismo in Italia. L’iniziativa rientra in un percorso di educazione alla cittadinanza attiva che avvicina gli studenti al mondo della giustizia minorile. L’idea di portare gli studenti in aula per sensibilizzarli sul tema della legalità era venuta nel 2014 al dottor Luciano Trovato, già presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze e Catanzaro. Il progetto, pienamente attivo e molto seguito dalle scuole, si chiama ’Ciak…un processo simulato per evitare un vero processo’ e utilizza la propensione del dibattimento a trasformarsi in un gioco in cui gli studenti divertendosi con la recitazione, imparano ad apprezzare le regole della democrazia e il rispetto reciproco.

Per arrivare a mettere in scena l’udienza le scuole devono seguire un percorso di formazione sulla struttura del processo e delle parti in cui vengono assegnati i vari ruoli dall’accusa alla difesa, al giudice, a testimoni e imputati. Il progetto si sviluppa in varie fasi: la prima riguarda la formazione dei docenti delle scuole attraverso il contributo di esperti della materia minorile: magistrati togati e onorari, avvocati ed esperti. Il processo simulato si sviluppa su copioni basati su fatti realmente accaduti e vicende affrontate in procedimenti reali.

Le cronache registrano quasi quotidianamente l’orizzonte di una società che fatica a dialogare, soprattutto in famiglia e nelle comunità. Giovani che sono tentati dal proibito e regole sempre meno rispettate. Dietro l’angolo i rischi legati ad abuso di alcol e droghe che accentuano il malessere e sfociano in modalità di comportamento aggressivo verso gli altri. Bullismo e cyberbullismo sono in agguato tra i banchi di scuole, dentro gli smartphone e i pc. C’è bisogno di formare cittadini responsabili e preparati all’osservanza delle norme della convivenza civile. Ieri erano alla rappresentazione del processo l’ideatore del format Luciano Trovato accompagnato dal giudice onorario Giuseppe Sozzo, che erano già arrivati in Lunigiana per la preparazione del dibattimento.

"La straordinarietà di questo progetto non è stato solo l’argomento, molto attuale purtroppo e delicato, ma anche l’aver fatto simulare un processo per far rendere realmente conto agli alunni del reato che si potrebbe compiere in situazioni simili e le pene che poi ne conseguono". L’ultima fase prevede la progettazione e realizzazione di un prodotto multimediale a opera dei ragazzi. Le riprese del processo sono state girate dagli studenti del Corso Grafico di Villafranca. Questi prodotti vengono poi esaminati da una commissione nell’ambito di un vero concorso a premi sostenuto dall’Associazione nazionale magistrati e dalla Cassa di Risparmio di Firenze. "Il video che è stato realizzato dagli studenti - ha aggiunto Sozzo - ripercorre la storia di Carolina Picchio. Il processo simulato serve per far comprendere in maniera evidente l’evolversi di quella vicenda finita poi tragicamente". Soddisfatta la preside Lucia Baracchini: "La tematica del cyberbullismo è stata particolarmente apprezzata anche nella simulazione dei verdetti e della capacità dei tre imputati di far proprie le risultanze. E’ importante questa opportunità anche per allargare le dimensioni della capacità di provare empatia". "La simulazione del processo in una vera aula di giustizia è stata fonte di grande emozione e ha coronato l’impegno profuso nei mesi scorsi", ha detto la docente Irene Macchi.

Natalino Benacci