Un tornado da 18 milioni: il calcolo dei danni

A tanto ammontano edifici scoperchiati, strutture pubbliche e pinete distrutte. Tecnici al lavoro per ripristinare viabilità e uso dei parchi

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di Cristina Lorenzi

La città si sta ancora leccando le ferite per il tornado dei giorni scorsi: i tecnici sono al lavoro per rendere praticabili strade e pinete e l’amministrazione sta facendo la conta dei danni che a una prima stima ammontano a 18 milioni di euro. Si tratta per lo più – come ha spiegato la sindaca Serena Arrighi – di edifici pubblici che vanno dalle scuole ai parchi e giardini. Nel conto delle ferite ci sono i 2,7 milioni annunciati da Nausicaa per quanto riguarda soprattutto il verde pubblico e i 6 milioni della Marmi macchine che ha registrato danni importanti alle coperture e ai padiglioni. La stima del Comune si inserisce nel conto annunciato dal governatore Eugenio Giani che ha calcolato per l’intera regine un tracollo quantificabile in 50 milioni di danni. Per quanto riguarda il nostro Comune le strutture pubbliche più colpite, oltre alla Imm, sonol’asilo nido ’Le cicogne’ che come anticipato nei giorni scorsi non potrà riaprire ai più piccini il prossimo primo settembre comportando uno smistamento di alcuni dei 70 bambini in altre strutture, mentre altri dovranno attendere la messa in sicurezza. Un’altra scuola daneggiata è la elementare ’Finelli’, inagibile per danni al tetto che l’amministrazione confida di poter ripristinare entro il 15 settembre data della prima campanella. Intanto la sindaca Arrighi rende noto l’avanzamento dei lavori, mirato a restituire quanto prima alla cittadinanza la fruibilità dei parchi pubblici.

"Stiamo procedendo – ha spiegato la sindaca – a un lavoro attento sugli spazi verdi. L’attività si è mossa su due filoni: la rimozione delle piante cadute, dei tronchi e dei rami spezzati e la verifica dello stato di salute degli alberi rimasti in piedi". Con criteri scientifici, l’amministrazione sta avvalendosi di alcuni agronomi, impegnati nei parchi per garantire lo stato di sicurezza della vegetazione.

"Abbiamo cinque agronomi su Marina – ha proseguito la sindaca – di cui quattro provengono dall’Università di Pisa. Stanno valutando e classificando ogni singola zona, in funzione della potenziale pericolosità e dello stato di salute delle piante. Altri due agronomi stanno operando su Carrara, per poter preservare tutto il verde rimasto in vita, tra cui i pini. In ogni caso, ribadiamo che le piante perdute verranno ripristinate, anche con più essenze, seguendo un disegno di riprogrammazione delle aree verdi che proseguirà nei mesi a venire".