REDAZIONE MASSA CARRARA

Un testimone di pietra della terra di Lunigiana

Mulazzo, antico castello della Lunigiana, testimone di secoli di storia e potere dei Malaspina e dei Medici, ora custodisce le memorie dell'emigrazione toscana nel Museo dedicato. Prossimamente ceduto al Comune, il castello riaprirà al pubblico dal 30 marzo al 31 ottobre.

Un testimone di pietra della terra di Lunigiana

Un antico presidio che resiste da circa 800 anni là dove è nato, morto e rinato. Alto sulla valle del Magra, osserva il su e giù dei veicoli sull’autostrada ma forse ricorda ancora quando sorvegliava pellegrini, mercanti e soldati sulla via Francigena. Parte del feudo dei Malaspina dello Spino secco, insostituibile torre di guardia per più di un secolo, il castello di Lusuolo diventa anche residenza del feudatario con Azzone Malaspina, nel 1355. Dal ’400 in poi, con la perdita di forza e autorità dei Malaspina, si assiste a lunga serie di conflitti tra quelli che aspirano al controllo della Lunigiana, fino alla distruzione del castello nel 1449, ad opera delle forze d’invasione della Repubblica di Genova. Nel 1467 i Malaspina riconquistano il castello, ma le divisioni interne alla casata impediscono il ritorno al potere di un tempo, fino a che il Malaspina di turno cede feudo e castello ai Medici, granduchi di Toscana che nel ’600 lo ricostruiscono com’è ora. In tempi più recenti il castello è passato in mani di privati cittadini; ora è parte dei beni del demanio e prossimamente sarà ceduto al Comune di Mulazzo. È questo testimone immobile che custodisce le memorie di chi non è potuto restare, nel Museo dell’emigrazione della gente di Toscana. Allestito nel 2004 per volere di Comunità Montana della Lunigiana, Regione Toscana, Consiglio dei Toscani all’Estero e Comune di Mulazzo, il museo è attualmente chiuso ma riaprirà dal 30 marzo al 31 ottobre con visite mattutine e serali, condotte da guide Sigeric.