REDAZIONE MASSA CARRARA

Un progetto per rilanciare i castagneti

Il castagno è un pilastro per la Lunigiana, fonte di sostentamento storica. Iniziative recenti mirano al recupero dei castagneti e alla valorizzazione dei prodotti, sostenute da un bando regionale per investimenti produttivi.

Il castagno, per la Lunigiana, è sempre stato una fonte primaria di sussistenza. L’albero del pane, che veniva già chiamato così nell’Ottocento, era curato come un componente della famiglia e ogni nucleo aveva almeno un piccolo castagneto che gli permetteva di sopravvivere all’inverno. Fu decisivo durante la seconda Guerra Mondiale per il sostentamento della popolazione in un momento storico di grande difficoltà. Nel tempo, con lo spopolamento dei borghi montani, molti castagneti sono stati abbandonati, ma negli ultimi anni qualcuno ha deciso di tornare a investirvi dando vita a una cooperativa di comunità, come a Comano, dedicata al recupero dei castagneti da frutto; o proseguendo quello che era già il lavoro dei propri avi, come hanno fatto alcune aziende agricole di Bagnone, Casola, Fivizzano e Tresana, solo per citarne alcuni. C’è pure chi ha puntato sulla qualità della castagna lunigianese, rispetto ad altre, producendo farina d.o.p., come l’azienda agricola Montagna Verde, di Apella, a Licciana Nardi. Recuperare i castagneti, valorizzarne i prodotti, combattere l’abbandono sono le motivazioni che hanno spinto la Regione ad attivare un bando dedicato, appartenente allo Sviluppo Rurale, Misura SRD15 2024, “Investimenti produttivi per la gestione sostenibile delle foreste“. Tra gli interventi finanziati, quelli di ripristino e/o recupero di castagneti a proprietari e possessori privati di castagneti e loro associazioni con disponibilità di una superficie superiore a 2mila metri quadrati che intendono intervenire per migliorare o recuperare le produzioni castanicole. Possono essere finanziati gli interventi sui castagneti finalizzati al miglioramento di quelli in coltivazione o al recupero di quelli abbandonati per l’eliminazione di piante di castagno soprannumerarie e/o malate, nonché dei polloni di selvatico o le piante di specie estranee al castagneto. Le potature, solo di carattere straordinario, devono essere finalizzate al risanamento e riequilibrio della chioma. A poter essere finanziati sono pure interventi di miglioramento di castagneti da legno e, in associazione agli interventi sui castagneti, eventuali piccoli interventi per il corretto deflusso delle acque e la stabilità idrogeologica dell’area dei lavori sui castagneti. La spesa ammissibile per ciascuna domanda di sostegno non può essere inferiore a 5mila euro. Domande tramite il portale regionale ARTEA entro il 31 maggio.

A.B.