REDAZIONE MASSA CARRARA

Un market sfida ponte crollato e pandemia

Monica Peroni ha aperto un negozio di alimentare un anno fa, in pieno lockdown e quando Albiano Magra era gia isolato

Il crollo del ponte in pieno lockdown. Il passaggio delle persone decimato e i disagi per tutti gli abitanti, costretti all’isolamento forzato. Ma la comunità di Albiano non molla. Si avvicina l’anniversario del crollo del ponte che collegava Albiano e Caprigliola, non solo due frazioni di Aulla, ma anche due regioni unite da sempre, che per la prima volta si trovano staccate. Ma guai a dire che il ponte era solo di Albiano. "Era un collegamento importante per tra Liguria e Toscana - afferma Milvia Ciuffardi, insegnante - e anche con il nord Italia e con l’estero. Ho una cugina che vive in Svizzera, l’ultima volta che è tornata qui ha dimenticato del crollo del ponte, arrivata a Caprigliola è dovuta tornare indietro. Questo è solo un piccolo esempio dell’importanza dei collegamenti. Speriamo di avere presto un nuovo ponte e che la ricostruzione vada secondo il crono programma".

I disagi per le attività sono tanti, c’è chi si ingegna come può. "Devo andare di corsa - dice Barbara Ferrari, titolare di un salone di bellezza e presidente della Proloco - devo consegnare le tinture per capelli". Una consegna un po’ strana, che però le permette di andare avanti e di aiutare le signore a sentirsi più in ordine. "Sono chiusa per decreto - dice - ma le mie clienti mi contattano di frequente, dicendomi di aver bisogno del colore ai capelli. Io controllo le loro schede e porto il prodotto giusto, poi fanno la tinta in casa da sole". Proprio da sole no. "Tante signore non riescono - aggiunge - sono abituate a venire da me, allora ci sentiamo con videochiamate e offro spiegazioni. Spesso ci sono anche i mariti con loro, ad aiutarle. O ancora ho inviato decine di disegni a mamme e mogli, con le dritte per tagliare i capelli a marito e figli. Lo faccio volentieri, anche se ne va un po’ del mio lavoro, visto che si acquista più autonomia, ma almeno vendo il prodotto. Un’attività come la mia è penalizzata dalle limitazioni sui confini regionali. La maggior parte dei miei clienti arrivava dal Liguria, abbiamo chiesto su più fronti un’apertura di confini. Qualche cliente è venuta lo stesso, ma ho notato un forte senso civico, che mi rende orgogliosa".

Nel dramma però c’è una luce di speranza, che si chiama Monica Peroni. Ha aperto il suo negozio di alimentari il 20 aprile scorso, in pieno lockdown, pochi giorni dopo il crollo del ponte. "Avevo già deciso di aprire un’attività - racconta - e non mi sono arresa, ho sfidato le peggiori condizioni e mi sono buttata". Pare che sia stata ripagata, visto che fuori dal suo negozio c’è la coda. "Vende ottimi prodotti - dicono i clienti - vale la pena aspettare. Il suo negozio è stato una salvezza, anche durante la pandemia, veniamo spesso qui da lei". "Lavoravo al supermercato che ha chiuso pochi anni fa - aggiunge Monica - ho deciso di mettermi in gioco e di aprire un’attività tutta mia, visto che conosco bene il settore. Non è stato semplice: ho dovuto affrontare il dramma della prima ondata Covid e i disagi per il crollo del ponte, ma resisto".

Monica Leoncini