Un caffè... dal gusto bianconero Bar aperto ’full time’ allo stadio

La dirigenza delle zebre aspira a creare un punto di aggregazione anche quando non gioca la Massese

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di Gianluca Bondielli

L’apertura ’full time’ del bar rappresenta una delle novità anticipate da mesi dalla nuova proprietà della Massese che in questo periodo estivo ha lavorato alacremente per riportare l’impianto sportivo cittadino in condizioni accoglienti. E’ avvenuta ieri l’inaugurazione infrasettimanale del punto ristoro dello stadio comunale. Si è intervenuto sul terreno di gioco e sull’area circostante ripulendola tutta (ricordiamo anche lo stemma dipinto in gradinata) così come sui vari locali che sono stati ridipinti e sistemati. La stessa sala stampa domenica scorsa si è presentata rimessa a nuovo, tutta tappezzata di bianconero e funzionale.

Se tutti gli interventi, che la nuova società ha effettuato a proprie spese, hanno riscosso gradimento non si può dire lo stesso del cambio di gestione del bar, criticato apertamente dal presidente del consiglio comunale Stefano Benedetti. "L’aver sbattuto fuori i gestori perché la società ha deciso di tenere aperto il bar tutti i giorni e a mio avviso palesemente una scusa per farli allontanare volontariamente – ha esternato, invece, Benedetti - perché mantenerlo aperto dalla mattina alla sera, considerato lo scarso incasso nella domenica, permette solo la sopravvivenza. E mi rifiuto di pensare che qualcuno intenda realizzare un locale aperto al pubblico esterno tutti i giorni, perché a mio avviso deve rimanere al servizio del pubblico durante le partite. Poi c’è un aspetto umano che non può essere stravolto solo per questioni di interesse. Lo stadio è una struttura pubblica di proprietà del comune e non della società, quindi, credo che ogni cambiamento debba avere un parere favorevole dell’ amministrazione. I gestori, che sono stati buttati fuori in modo che definisco scorretto e offensivo, hanno iniziato questa attività nel 1958 al Dina delle Piane. Poi si sono trasferiti all’interno dello stadio, dove hanno lavorato tanti anni con passione e professionalità. Insomma, una famiglia che a suo modo ha fatto storia partendo dalla nonna per arrivare oggi alla nipote e pronipote. Per questo motivo è inaccettabile che la si possa liquidare così, con un colpo di spugna. Nel merito, ho richiesto copia della convenzione stipulata tra il comune e la società e copia dei contratti stipulati con i gestori del punto di ristoro per verificare se l’iniziativa è legittima e regolare, dopodiché farò tutte le valutazioni del caso, assumendo tutte le iniziative che ritengo più opportune per fare giustizia".

Non tarda ad arrivare la replica della società: "Uno degli input dati dal presidente della Massese – spiega l’amministratore delegato Gianmaria Lertora – è stato quello di rimettere a posto il bar e di tenerlo aperto il più possibile. Non per i soldi ma per dare un servizio. Lo abbiamo risistemato tutto e stiamo lavorando per farlo diventare un punto di ritrovo, cosa che non è mai stato. Abbiamo chiesto ai vecchi gestori se potevano garantirci di tenerlo aperto sempre e ci hanno risposto di no perché sarebbero andati in perdita. A quel punto abbiamo dovuto guardarci intorno e metterci altre persone. Anche noi sappiamo benissimo che nei primi due o tre mesi, finché la gente non si abituerà al fatto che il bar è aperto, ci andremo in rimessa ma le due persone che staranno al bar la mattina e il pomeriggio (il bar rimarrà aperto dal martedì al venerdì dalle 9 alle 11.30 e dalle 16 alle 19.30) non verranno certo gratis. Le pagheremo perché il nostro è un investimento".