Truffe alle assicurazioni In aula quasi una “bagarre“

Migration

MASSA

Nuova puntata, ieri mattina a Massa, del processo per le truffe (vere o presunte lo diranno i giudici) alle assicurazioni. Nell’aula della corte d’assise, davanti al collegio giudicante presieduto da Giovanni Maddaleni, c’erano il Pm Marco Mansi, pochi imputati, alcuni testimoni e una dozzina di avvocati. Il momento forse più importante è stata la testimonianza di un legale del foro della Spezia. Il giovane avvocato ha raccontato, in sintesi, che voleva lavorare con le assicurazioni e aveva parlato con un collega (uno degli imputati). Quasi 12 mesi dopo quest’ultimo lo chiama e gli manda una pratica. "C’erano i certificati medici relativi al sinistro, il verbale dei vigili urbani, le testimonianze. Ero tranquillo e ho mandato tutto all’assicurazione. La richiesta era di 50mila euro. Dopo qualche tempo l’assicurazione manda l’assegno di 30mila euro ma avverte che ha disposto ulteriori accertamenti. Poi sui giornali leggo dell’inchiesta e vedo il nome del legale con cui avevo lavorato e quello del testimone dell’incidente del mio assistitito. Ho rimesso il mandato". Da segnalare poi un botta e risposta a distanza tra il giudice e una teste. La donna era in fondo all’aula quando ha controllato il cellulare gridando la data precisa di una mail ricevuta: il 2019 non il 2017. C’è stato uno scambio verbale (“irrituale“ l’ha definito il giudice) tra lei, un difensore e Maddaleni anche perchè la donna aveva gridato 19, non 2019. Pare sia la mail con la richiesta di essere ascoltato presentata da un legale quando l’indagine era appena iniziata. Giovedì primo dicembre, davanti al Gup, prima udienza per il secondo “troncone“ dell’inchiesta sulle truffe nata quasi in parallelo alla prima.

A.Lup.