
Bocciato il Comune dal Tar sulla tracciabilità dei blocchi: accolto il ricorso
Carrara, 24 giugno 2021 - Non c’è stata partecipazione: il Tar cancella la tracciabilità dei blocchi. Con quattro sentenze diverse il tribunale amministrativo fiorentino ha accolto i ricorsi presentati dagli industriali apuani disponendo l’annullamento della delibera del consiglio comunale votata lo scorso luglio con i 14 voti favorevoli del Movimento 5 stelle e l’astensione in blocco dell’opposizione. Il nuovo sistema, per stabilire una tassazione puntuale del materiale estratto al posto del valore medio, è stato fin dalla campagna elettorale un punto centrale per i grillini e sarebbe dovuto entrare a pieno regime a inizio 2022, al termine di 18 mesi di sperimentazione del nuovo programma informatico sviluppato da Industrial software di Paolo Giusti per circa 130mila euro.
Proprio la fase di sperimentazione, che prevedeva precisi obblighi per ogni azienda con tanto di sanzioni da 50 a 500 euro a blocco per chi sgarrava è finita nel mirino del Tar. A farsi avanti sono state in tutto poco meno di 50 aziende che hanno chiesto e ottenuto l’annullamento della delibera, assistite da importanti pool di legali tra i quali quello composto da Riccardo Diamanti, Sergio Menchini, Giuseppe Morbidelli, Roberto Righi e Antonio Lattanzi, e poi ancora Domenico Spadafora e Antonella Vergine, Cristiana Carcelli, Ferdinando Genovesi e Cristina Cattani. «Qualunque sistema informatico è basato su logiche di tipo binario e per questo necessita sempre di essere adattato alle singole circostanze fattuali prima di essere elevato a obbligo giuridico assistito da specifica previsione regolamentare, con tanto di sanzioni amministrative in caso di mancato utilizzo dello stesso - hanno scritto i giudici amministrativi in tutte e quattro le sentenze –. Si tratta di un lavoro che si perfeziona via via che viene attuato, e richiede necessariamente una fase sperimentale basata sulla collaborazione volontaria tra amministrazione ed imprese". Condizioni queste che quindi avrebbero dovuto spingere l’amministrazione a un maggior coinvolgimento delle imprese prima di mettere a regime il nuovo regolamento.
«La normativa sulla partecipazione non si applica ai procedimenti diretti all’emanazione di atti normativi e generali – si legge nelle sentenze -. In questo caso tuttavia l’onere partecipativo a carico dell’amministrazione (ma anche delle imprese interessate, nell’ottica della collaborazione e della buona fede) era presente in relazione alla necessità di sperimentare il nuovo sistema informatico di tracciamento (la cui astratta previsione non rivela vizi di legittimità) per un arco di tempo prolungato, prima di emanare una nuova norma regolamentare assistita da sanzioni amministrative, al fine di implementarlo correttamente e senza troppo gravare le imprese. Il ricorso deve quindi essere accolto sotto questo profilo con il conseguente annullamento dei provvedimenti impugnati".
I giudici indicano poi a piazza II Giugno la strada da seguire in futuro. "Qualora il Comune intenda riprendere il progetto – spiegano le sentenze -, dovrà prevedere l’implementazione del sistema con una adeguata fase sperimentale basata sul principio di collaborazione con le imprese del marmo". Soddisfazione per queste sentenze arriva ovviamente dalle aziende e dai legali che hanno curato le cause. Il Tar si è soffermato a lungo proprio sulla mancata partecipazione pur ammettendo la possibilità di rivedere il sistema di tassazione. Si tratta di un passaggio importante perché i giudici di fatto danno un metodo. Sottolineano come l’amministrazione non possa imporre certe cose dall’alto e debba coinvolgere le imprese, soprattutto quando si presenta qualcosa di innovativo. Il Comune per il momento ha deciso di non intervenire sulla vicenda.