
Torte d’erbi, tradizione in piazza. Una sfida all’ultimo assaggio tra racconti di storie familiari
Casalinghe assaltano il podio della torta d’erbi più buona al concorso bandito dal Caffè Bellotti nell’ambito dei festeggiamenti per il quinto anniversario della gestione di Nicolò. L’appuntamento per il contest è giovedì alle 17 in piazza della Repubblica dove le torte prima saranno presentate, quindi tagliate a fette, messe a disposizione della giuria, composta per la serata da sole donne di provata esperienza e offerte all’assaggio dei presenti che potranno esprimere il voto attraverso una apposita scheda.
La gara avrà una classifica e i tre primi classificati oltre a ricevere il dovuto applauso dei presenti saranno gratificati dai premi messi in palio dalla gestione del bar. Alla scoperta dell’antica sapienza contadina per ritrovare nuove emozioni, assaporando profumi ed erbe di campo a km 0. Il tesoretto gastronomico è chiuso in un sfoglia che protegge un impasto di erbe, selvatiche o no, cotto negli antichi testi o, più semplicemente, al forno. E’ la celebre torta d’erbi della Lunigiana che sta diventando sempre più un tema da concorso. Non solo per chef patentati, ma più spesso per plotoni di casalinghe che si cimentano in preparazioni di ricette familiari per esaltare un cibo povero ma dal gusto straordinario. Una differenza tra le tante è anche dovuta al modo di trattarle: in Lunigiana c’è chi le trita, le sala, le strizza e chi le scotta, chi le taglia e lava con acqua tiepida e chi addirittura le fa soffriggere in padella. Ma la torta d’erbe più apprezzata è quella con l’impasto ’al crudo’ secondo la maniera pontremolese. La prima notizia di torte in Lunigiana è contenuta nelle memorie di Giovanni Antonio da Faye (1433), già a quel tempo le torte cucinate con ingredienti di campo rappresentavano il lato ’b’ dell’alimentazione quotidiana nelle belle stagioni. Abituati a cibi preparati con farina di castagno, i consumatori potevano cambiare menù grazie alle erbe alimentari. E’ nata così la tradizione tenuta in caldo da chi ha tramandato la liturgia di raccolti, focolari, profumi caserecci arrivati sino ai nostri giorni con il passaggio di testimone generazionale della cultura culinaria locale. Attenzione c’è differenza tra torta “d’ erbi“ e “d’erbe“. La prima è preparata solo con le bietole, l’altra con erbe spontanee, tra cui le cime d’ortica che offrono una varietà di sapori e di gusto.
Natalino Benacci