REDAZIONE MASSA CARRARA

Torna l’upupa in Lunigiana "Un simbolo di bellezza"

Il professore Almo Farina, ornitologo di fama, spiega questo fenomeno "Con l’attuale clima arido e infuocato, sta nidificando in grande quantità"

"La sinistra fama che molti scrittori del passato, ingiustamente, hanno affibbiato all’upupa, è puramente inventata – dice il professor Almo Farina,ordinario di Ecologia delle complessità all’università d’Urbino e ornitologo di fama internazionale – In realtà si tratta di un simpatico uccello con una coreografica cresta di piume e dai colori sgargianti, il cui arrivo da noi, simboleggia la primavera, insomma, l’inizio della buona stagione".

Si tratta quindi di un animale utile alla campagna, la cui presenza negli ultimi anni si era rarefatta? "Assolutamente sì – sottolinea l’esperto – L’upupa si nutre di bruchi, di insetti di vario tipo che sono dannosi per la maggior parte all’agricoltura e che in genere ghermisce a terra fra l’erba ed i coltivi. Recentemente, il suo numero da noi era calato vistosamente – aggiunge Fontana – C’è comunque da dire che essa sverna nelle savane africane e in primavera migra da noi. Quest’anno, con l’attuale clima arido e infuocato, è tornata in abbondanza in Lunigiana dove sta nidificando in grande quantità".

Ma cerchiamo di capire quali sono i luoghi preferiti per costruire il nido... "Sono le cavità negli alberi, i pertugi nelle rocce e nelle caverne e naturalmente i nidi artificiali a cassetta con foro abbastanza ampio da permetterne l’ingresso e l’uscita – spiega ancora l’esperto – ad esempio qui nell’areale del Santuario Naturale in località Ortolano di Fivizzano, sono molte le upupe che si sono accasate utilizzando i nidi artificiali, che magari erano stati destinati ad altre specie dell’avifauna".

Sotto il profilo naturalistico come si presenta la situazione nel Santuario? "Beh, si presenta in maniera eccellente, questa è un’area in cui siamo in prossimità di corsi d’acqua, praterie, boschi sempreverdi di leccio e, cosa di grande importanza, nel contesto di una campagna coltivata. Alberi da frutto, olivi, vigne, cereali, ortaggi. Tutto questo permette la presenza di un numero di animali e di una biodiversità incredibile e straordinaria. Un autentico successo. Devo dire però che, sotto la rupe della Tergalliana, c’è un’ampia falesia rocciosa da dove ogni tanto lo sparviero, velocissimo, muove all’attacco e cattura qualche upupa che, a causa del suo lento volo a farfalla, non riesce a fuggire in tempo. Però – ricorda infine il professor Farina – questo fa parte dell’eterna legge della Natura".

Roberto Oligeri