
Teatro Quei carissimi personaggi massesi
La Terè del Portogalo, la Bela d’i tre aranci, l’ Anguila, Pié dal piffero, Ottà de Casgiogrosso, Coccoè, la Peppa, Benassi, Battì dal barilo e la Togna: sono personaggi di Massa raccontati nella piéce messa in scena dall’autore Fabio Cristiani e dal regista Alberto Nicolai e che ha fatto il pienone al Teatro dei Servi per tre serate consecutive agli inizi di gennaio e poi riproposta ieri sera con grande successo. Stavolta c’era anche "El Potta de Modena", altro personaggio di questa commedia divertente che porta alla ribalta un aspetto della nostrana antropologia culturale caratterizzata da tempo nel dare alle persone dei soprannomi. La storia è interessante: i soprannomi venivano affibbiati in base a un fatto, alla personalità, a una caratteristica fisica. E di questi ne sono ricchissimi i borghi montani dove i cognomi erano tutti uguali e c’era necessità di distinguere le famiglie, appunto, per soprannome, mai casuale ma identificativo di quel ramo. Ma vediamo chi sono questi personaggi e perché sono nella memoria collettiva.
Intanto il titolo della commedia, "Personaggi di Massa en ca’ de Batti’" , con scene moderne che si riallacciano ai fantasmi che ancora vivono, appunto, en ca’ de Battì. La Terè del Portogalo è raffigurata da una donna goffamente agghindata che aspettava che il re del Portogallo la impalmasse. E ancora oggi, per una donna troppo ornata usa dire "tu me pare la Terè del Portogalo!". El Potta de Modena, il Podestà di Massa per conto del Duca Estense a metà ‘800, famoso per la sua boria, e anche qui, personaggi troppo vanesi vengono appellati "el Potta". La Bela d’i tre aranci è un’avvenente ragazza che nel 1949 fece da modella per un famoso manifesto di promozione turistica. E ancora oggi, per chi si atteggia troppo: "eccola, la bela d’i tre aranci". L’Anguila è invece una signora che non mancava mai a ogni evento privato e pubblico. Da qui il detto a tipi simili "Tu sen come l’anguila!". Pié dal piffero era invece un uomo lungo che diletta va bimbi con i suoi bizzarri solfeggi. Ottà de Casgiogrosso, decano dei donatori di sangue e cristante (portatore di Crocefisso alle processioni); Coccoè, venditore ambulante di dolciumi, famoso per il suo appetito pantagruelico e relativa pinguedine: a chi abbonda la frase "tu me pare Coccoè" ha detto tutto. La Peppa era invece la bombolonaia della spiaggia, molto prosperosa.
Poi le ’maschere’ della città, Battì dal Barilo e la sua consorte, la Togna, vissuti nel ‘500, e rimasti impressi per la loro inseparabilità. "Coi do lì i parne Battì e la Togna" basta per raccontare una coppia inossidabile. Appare anche Benassi: chi non ha mai sentito dire "Endare en vision come Benassi!". Questi sosteneva di vedere la Madonna in quel di Remola a cavallo del 1950 e le "vision de Benassi" ci accompagnano ancora oggi ogni qualvolta ci sentiamo un po’ strani e confusi. Personaggi che resteranno della storia di Massa.
Angela Maria Fruzzetti