Taddeucci Il compositore di Montignoso

Il musicista “riscoperto” dal giovane baritono Michelangelo Ferri, anche lui montignosino, nella sua tesi di laurea al Conservatorio Pucci

Taddeucci Il compositore di Montignoso

Taddeucci Il compositore di Montignoso

150 anni fa moriva Carlo Taddeucci, un nome sconosciuto a molti ma che nel cuore di Montignoso può avere un posto importante. Taddeucci è stato infatti un pianista e compositore, morto il 21 marzo 1873, che partito dalla Toscana ha girato il mondo sull’onda del suo internazionale successo musicale. A riscoprirlo è stato un altro nome nuovo del panorama musicale nostrano, quello di Michelangelo Ferri, giovane baritono montignosino, classe 99’, che ha deciso di studiare Taddeucci per la sua tesi in canto lirico al Conservatorio Puccini della Spezia, tesi poi discussa a ottobre con tanto di lode. Nessuno meglio di lui può dunque raccontare, dopo 150 anni, chi fosse Carlo Taddeucci.

"Nasce a Montignoso il 12 settembre del 1845 e viene battezzato nella nostra Pieve dei Santi Vito e Modesto – racconta Ferri – . Quarto figlio dei lucchesi Girolamo e Fortunata Puppi fin da bambino ha un grande talento musicale che spinge i genitori a fargli studiare pianoforte prima a Lucca e poi a Firenze, nel neonato Istituto Musicale Fiorentino, oggi Conservatorio Luigi Cherubini. Taddeucci da qui entra a far parte della società culturale e musicale fiorentina, che sarà un trampolino di lancio per avviare una carriera internazionale non solo come esecutore, ma anche come compositore. I contatti con i maggiori artisti dell’epoca sono sicuramente grande fonte di ispirazione; tra questi si ricorda l’incontro con il Maestro Giuseppe Verdi al Teatro de Il Cairo, dove Taddeucci si reca nel 1871 per fare una recensione sulla prima dell’Aida per conto del periodico fiorentino ‘Il Sistro’".

Taddeucci morirà a soli 27 anni di tisi, dopo soli 4 mesi di matrimonio con la giovane nizzarda Mathilde Raynaud. Su queste stesse colonne un giornalista de La Nazione di Firenze 150 anni fa così pubblicava: "Ieri sera 21 marzo, a ore 11 e mezzo, morì il maestro Carlo Taddeucci valentissimo suonatore di pianoforte e compositore di musica".

Cosa ci ha lasciato Taddeucci?

"Nonostante il suo breve percorso di vita, la sua produzione è stata molto intensa. Molteplici sono le sue partiture, dalle romanze all’opera, una su tutte Armida, su libretto del padre Girolamo. Ha musicato testi importanti di vari autori tra i quali Victor Hugo con armonie avvolgenti e originali che ben si adattano al gusto musicale dell’epoca. Il suo giovane lavoro preannunciava un nuovo e stupefacente repertorio in un imminente futuro, ma lui fu anche un eccellente pianista e le cronache dell’epoca riportano che le sue esecuzioni suscitavano addirittura episodi di “fanatismo”, paragonandolo a grandi della musica come Chopin, Thalberg, Listz e Strauss."

Che importanza ha oggi nel panorama musicale?

"Taddeucci è un giovane intraprendente, dedito allo studio e alla ricerca. Requisiti quanto mai fondamentali per un giovane musicista del nostro tempo. L’esperienza artistica di Taddeucci è certo un buon punto di riferimento. È di quei compositori che hanno saputo ridare lustro alla musica strumentale, in un momento storico in cui il melodramma dominava il panorama artistico culturale, relegando gli strumenti al solo accompagnamento vocale. Proprio grazie allo studio di questo personaggio e alla sua ammirevole passione per la musica ho deciso di trasformare la mia tesi di laurea in un’ampia biografia che presto presenterò".

Gabriele Ratti