REDAZIONE MASSA CARRARA

Svelati i segreti delle statue stele

A Pontremoli domenica sera il direttore del museo spiegherà come si è giunti agli ultimi ritrovamenti

Weekend nella storia per farsi stupire dal rinnovato Museo delle statue stele dove un popolo di pietra sussurra la storia di una misteriosa civiltà. Testimoni del tempo il cui aspetto quasi mistico si esalta attraverso la scenografia e le luci, ingredienti che sottolineano uno show affascinante. In particolare l’appuntamento è per le Notti dell’Archeologia con le statue stele della Lunigiana che diventano protagoniste nella conferenza a cura del direttore del museo "Ambrosi" Angelo Ghiretti al Castello del Piagnaro domenica primo agosto alle 21. Il tema dell’incontro è “Gli ultimi ritrovamenti di statue stele in Lunigiana“ nel corso del quale l’archeologo ripercorrerà le vicende legate alle ultime scoperte dalla testa di stele del Monte Galletto, ritrovata il 6 marzo scorso accanto a una mulattiera vicino all’oratorio di San Lazzaro (si tratta dell’85esimo esemplare scoperto in Lunigiana) assieme a quella di Levanto. Quest’ultima ritrovata il 5 settembre dello scorso anno da due escursionisti il cui deposito è stato concesso per decreto ministeriale al Museo del Piagnaro. Entrambe importanti perché indicano veri e propri limiti geografici di distribuzione delle statue stele: il frammento proveniente da Levanto marca il massimo limite Ovest, la Monte Galletto quello a Nord. Ma il reperto del Monte Galletto è la punta di iceberg, perché si pensa che ci dovessero essere allineate altre statue, così come a Groppoli di Mulazzo.

"Il Museo vuole essere il simbolo della ripresa e della riapertura di Pontremoli nel suo essere luogo di richiamo e di attrazione - commenta la sindaca Lucia Baracchini -. La struttura museale e le stele vogliono diventare un emblema della ripartenza, che riavvia una nuova quotidianità votata al rispetto delle norme, ma senza dimenticare la bellezza della scoperta e della storia. Riprendiamo da qui, per un futuro improntato ai valori che tali opere continuano a trasmetterci, anno dopo anno, secolo dopo secolo". Recentemente il museo del Piagnaro è stato arricchito di altri reperti con l’arrivo della stele di Campoli, che era murata all’aperto davanti alla chiesa parrocchiale e alla testa di stele rivenuta a Caprio, in Comune di Filattiera, all’interno del muro di un’abitazione privata. Entrambe sono state spostate, grazie alla collaborazione preziosa del Rotary Club con l’obiettivo di salvaguardarle ed esporle al museo allontanandole dal degrado causato dagli eventi atmosferici. In precedenza il terz’ultimo ritrovamento nel marzo 2012 fa quando arando un campo nella zona di Monti di Licciana un contadino è “inciampato“ in una testa di stele risalente dal 2800 al 2400 a. C. a cui è stato assegnato il nome di Venelia IV. Tante le storie delle scoperte che il direttore Ghiretti potrà raccontare, ricordando anche l’azione del presidente della “Manfredo Giuliani“ Germano Cavalli, un testimone spesso presente a tanti ritrovamenti. Il riaffioramento di statue stele nel territorio della Lunigiana storica è iniziato a partire dal 1827 quando emerse la prima a Villa di Novà nel Comune di Zignago, appartenente al gruppo A, il più antico. Poi col trascorrere degli anni altre scoperte nei primi anni del Novecento come quella di Campoli, seguita dalle nove del gruppo Pontevecchio in comune di Fivizzano e da quelle di Filetto, Malgrate e Moncigoli. Per arrivare sino al primo quinquennio degli anni Duemila quando sono state dissepolte a Mulazzo ben 8 stele di cui quattro integre, tre decapitate e un frammento di testa. Il rinvenimento delle prime due statue stele femminili (Groppoli I e II) è avvenuto fortuitamente nel dicembre 2000, durante lavori di scavo eseguiti dall ‘Enel per tracciare una linea sottostrada.

Natalino Benacci