
Uno dei tanti movimenti franosi sulle strade della Lunigiana, spesso causati dalla mancata manutenzione dei versanti
L’ordinanza numero 87 del 10 aprile della Provincia impone nuovi obblighi a tutti i proprietari, conduttori e detentori di beni immobili confinanti con le strade di competenza provinciale. L’obiettivo è chiaro: prevenire situazioni di pericolo per la circolazione e garantire la sicurezza stradale, soprattutto alla luce dell’aumento di eventi atmosferici estremi che mettono sempre più sotto pressione la rete viaria locale. Il provvedimento nasce dalla constatazione che molti fondi privati – tra terreni, fabbricati, siepi, alberature e opere di sostegno – versano in stato di abbandono o risultano scarsamente manutenuti, contribuendo all’occlusione dei fossi di scolo, alla caduta di rami o alberi sulla carreggiata e all’erosione del suolo. Tutti fenomeni che, secondo quanto riportato dall’ordinanza, "costituiscono grave pericolo per la pubblica incolumità e la sicurezza della circolazione stradale".
L’ordinanza impone una lunga serie di interventi di manutenzione da effettuarsi in modo continuo e regolare nel tempo, tra cui: potatura o abbattimento di alberi e rami pericolanti; pulizia e manutenzione dei fossi e dei canali di scolo; verifica e consolidamento di muri e opere di sostegno; divieto di arature o movimenti di terra troppo prossimi alla sede stradale; rimozione tempestiva di frane o materiali pericolosi lungo le ripe e le scarpate. Le sanzioni per chi non rispetta le regole partono da 173 euro per arrivare a 1.731 euro. In caso di pericolo per la sicurezza pubblica, l’ente si riserva anche di intervenire direttamente, addebitando poi i costi agli inadempienti. Resta inoltre la possibilità di responsabilità civile e penale in caso di danni a terzi.
Tutto giusto, non fa una piega, era quello che gli abitanti della Lunigiana si aspettavano: un intervento perentorio perché chi è in possesso di beni mobili e immobili, soprattutto se a ridosso di opere pubbliche e di pubblico uso, deve averne cura e prendersi le responsabilità di ciò che succede. Però, c’è un però, l’impegno deve anche essere reciproco. Perché, come già denunciato dagli abitanti delle diverse valli, il problema sussiste anche sulle strade di proprietà pubblica, che oltre a presentare manti bombardati dalle buche ed essere spesso soggette a frane, risultano pericolose anche per mancanza di adeguate barriere di protezione. Quindi è corretto che i proprietari dei terreni facciano la propria parte, ma sarebbe altrettanto corretto che lo facesse anche la Provincia.
Ci sono situazioni davvero al limite lungo alcune strade provinciali, e chi le usa tutti i giorni continua a sperare nell’intervento dell’Ente anziché dell’ambulanza. Per quanto tempo si andrà ancora avanti con toppe e rattoppi? Si aspetta di poter fare tutto in somma urgenza? Si annuncia in continuazione la mancanza di soldi, ma forse è giunto il momento di farsi sentire e ascoltare di più da chi deve aiutare questo Ente a fare il proprio lavoro, magari facendolo anche tutti insieme.
A.B.