Stop ai volontari nella cultura "Basta, chi lavora va pagato"

Il gruppo “Mi riconosci?“ contesta lo sfruttamento di operatori nei festival e nei musei pubblici

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Dieci volontari per potenziare le aperture del Museo Guadagnucci a Villa Rinchiostra, c’è chi dice no. Sono i membri del gruppo ‘Mi riconosci? sono un professionista dei beni culturali – sezione Toscana’ (per tramite del circolo Arci 31 Settembre) che attaccano l’atto di indirizzo approvato dalla giunta comunale di Massa a metà ottobre, anticipato da La Nazione nei giorni scorsi: "Accade con il festival Convivere, che ricerca ogni anno centinaia di volontari in cambio di gadget, accade con l’alternanza scuola lavoro laddove si ‘restaura’ una fontana, come quella di Piazza Liberazione, con studenti dell’istituto d’arte Felice Palma; e da ultimo con la scelta di utilizzare il regolamento del volontariato civico per affidare a volontari il compito di tenere aperto il Museo Guadagnucci in cambio di un attestato. Forse proprio per questa ragione il lavoro in ambito culturale è il primo che viene sacrificato a ogni lockdown. Il volontariato è un esercizio fondamentale nella costruzione della cittadinanza ma non deve mai essere sostitutivo del lavoro professionale – concludono gli attivisti -, come sta accadendo Massa. Il Comune è ancora in tempo a tornare sui suoi passi e confidiamo che si agisca nel rispetto dei lavoratori del settore culturale e della loro professionalità. Non andrà tutto bene, se il nostro settore continua a restare nella morsa del precariato e del volontariato sostitutivo".