REDAZIONE MASSA CARRARA

Sterminio di alberi sani. Stop di ’Arca’ alla strage

"Continuano ad abbattere pini in perfetta salute: nessuno spiega perché". Nasce un nuovo comitato in difesa del verde e degli alberi del territorio.

Uno dei numerosi. pini abbattuti sul litorale. La protesta di Arca

Uno dei numerosi. pini abbattuti sul litorale. La protesta di Arca

Si chiama Arca la neonata associazione ambientalista che si propone di monitorare ciò che accade sul territorio, promuovere azioni di difesa ambientale e sostenere pratiche di cura e rigenerazione. Il primo intervento dell’associazione riguarda l’abbattimento dei pini di viale Colombo, per cui Arca chiede "la sospensione immediata di ogni ulteriore abbattimento, la pubblicazione integrale delle tavole progettuali e la verifica della legittimità di tutti gli atti". "Continuano gli abbattimenti di pini lungo viale Colombo anche in assenza di reali pericoli o motivazioni tecniche - proseguono da Arca –. Sei alberi sani sono stati tagliati davanti alla sede di ‘The Italian Sea Group’, nonostante una perizia agronomica li avesse classificati come stabili. L’intervento era previsto nel progetto waterfront e sembra che ne saranno abbattuti altri, anche se la documentazione ufficiale non è mai stata resa pubblica in forma chiara e leggibile. Né Comune né Autorità Portuale hanno fornito spiegazioni, malgrado le richieste formali dei cittadini. Intanto l’assessora ai Lavori pubblici ha annunciato che si sta valutando di eliminare altri pini su richiesta di una categoria non meglio specificata – proseguono gli Ambientalisti –. Una dichiarazione gravissima: si profila la possibilità di modificare un progetto pubblico già approvato per soddisfare interessi particolari, senza trasparenza né confronto pubblico. Non solo si violerebbe il principio di trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa, ma si rischia di favorire interessi privati a scapito di beni collettivi". "Ci chiediamo: chi controlla chi autorizza? È legittimo abbattere alberi sani in un viale tutelato – concludono da Arca –, senza nuove perizie e senza aggiornare le autorizzazioni paesaggistiche? Firmare un atto non lo rende automaticamente lecito. La legalità formale non basta se violano i principi di tutela ambientale e paesaggistica. Nei paesi civili si integrano nei progetti, non si rimuovono come ostacoli. Carrara ha già perso troppo verde, e le nuove piante promesse non compensano. Se cresceranno ci vorranno decenni per ritrovare i benefici perduti. Intanto si cancella ombra, paesaggio, identità. Soprintendenza e Comune a cui spetta la tutela della salute spesso rinunciano a una funzione di garanzia. Il paesaggio non è una proprietà privata".