DANIELE ROSI
Cronaca

Sette anni al compagno violento. "Quella sentenza mi ha restituito la vita"

Stefania Giannini racconta l’odissea con il compagno stalker e violento. Adesso lui è in carcere condannato a sette anni e mezzo

Stefania Giannini

Carrara, 22 maggio 2022 - Anni nella paura, nell’angoscia e nel dubbio che potesse accadere qualcosa da un momento all’altro. Una famiglia che vede la sua quotidianità, fatta di normali gesti e abitudini, rischiare di essere capovolta per sempre a causa dello spettro della violenza. E’ questa la storia della carrarese Stefania Giannini  e della fine di un incubo durato anni; concluso con la condanna del suo stalker, F.B., a cui all’inizio di maggio sono stati dati sette anni e nove mesi di reclusione in condanna definitiva da scontare a Firenze. La donna, nata nel 1973 e residente a Carrara, è nota in città avendo gestito dal 1991 al 1996 il rifugio di Campocecina e il ristorante Belvedere. Attualmente lavora come cuoca nel carcere di Massa.

Dal suo racconto traspare la voglia di voltare pagina e lasciarsi alle spalle, grazie anche all’aiuto della famiglia, un periodo probabilmente tra i più cupi se non il più cupo della sua vita. "Conobbi questa persona una decina di anni fa – racconta Stefania Giannini – e come nella maggior parte di queste situazioni, in un primo momento non ebbi la percezione di quello che in futuro sarebbe potuto capitare. La mente non immagina che chi hai davanti sia potenzialmente un pericolo. Iniziai una relazione con quest’uomo e le cose sembrarono andare bene fino al 2018". Se nei primi anni le cose paiono volgere per il verso giusto, di colpo nel 2018 la situazione inizia a peggiorare in maniera improvvisa. "Tutto iniziò una sera in cui ricevetti una sua telefonata in cui mi chiese di raggiungerlo a Castelpoggio per un problema; ma era solo una trappola per attirarmi in quel punto e mostrare le sue vere intenzioni. Conobbi un uomo che prima non si era mai mostrato". In quel momento la vita della donna cambia per sempre, diventando suo malgrado vittima di episodi di violenza e stalking, costringendola a prendere delle precauzioni per tutelare la sua incolumità. "Avevo iniziato ad assumere psicofarmaci – prosegue Stefania Giannini nel suo racconto – e quando giravo a piedi per le strade difficilmente andavo fuori da sola; preferivo farmi accompagnare da mio padre. Ricevevo telefonate anonime e minacce di continuo. Ero seguita anche sul luogo di lavoro".

Poche settimane fa l’uomo è stato giudicato colpevole in condanna definita. Una notizia che ha riacceso un po’ di serenità alla donna, che nel frattempo, complice la sua esperienza, è entrata nello sportello antiviolenza e si è rifatta una vita con un marito e un figlio. "Ringrazio i familiari, mio marito, gli amici, l’avvocato Alessio Menconi e le forze dell’ordine che hanno contribuito al buon esito della storia – spiega la donna -. Adesso posso cominciare a respirare e la vita cambierà. Lancio un appello affinché le donne che hanno bisogno di aiuto si rivolgano allo sportello antiviolenza, e nel farlo di non tralasciare nessun dettaglio, anche quelli più estremi, perché rappresentano un aiuto efficace in costruzione di denuncia".