Sos dell’Ordine dei medici "Per ricordare i morti fermiamo la violenza"

Domani alle 11,30 appuntamento davanti al cippo nel giardino del Noa. Carlo Manfredi ricorda i dottori caduti durante la prima fase dell’epidemia.

Sos dell’Ordine dei medici  "Per ricordare i morti  fermiamo la violenza"

Sos dell’Ordine dei medici "Per ricordare i morti fermiamo la violenza"

MASSA

Cerimonia domani alle 11,30 davanti al cippo nel giardino antistante il Noa. Ad organizzare l’evento, nella Giornata nazionale per onorare le vittime del Coronavirus, l’Ordine dei medici e degli odontoiatri. L’obiettivo è commemorare i medici caduti mentre prestavano il loro servizio alla popolazione durante la fase più cruda della pandemia. "I medici e il personale sanitario - spiega Carlo Manfredi, presidente dell’Ordine - hanno messo in campo tutte le loro energie umane, fisiche e professionali per fronteggiare la pandemia. Hanno condiviso la paura di perdere la vita e l’angoscia dell’impotenza per la mancanza di valide contromisure. Si sono dati da fare per lenire la sofferenza e la solitudine dei pazienti e dei loro familiari. Si sono prodigati quando ancora non erano disponibili o scarseggiavano i mezzi di protezione individuale, fino ad ammalarsi e a perdere la vita. I sopravvissuti portano ancora le ferite inferte dal virus nel profondo dell’anima e del corpo. I medici si sono strenuamente impegnati nella ricerca di mezzi adatti a prevenire o a fermare la pandemia. Ciò ha permesso di disporre di presidi che hanno contribuito a evitare l’evoluzione sfavorevole della malattia e a migliorare la prognosi dei casi più gravi. La pandemia – prosegue Manfredi – ha avuto effetti devastanti sull’organizzazione sanitaria alle prese oggi con la necessità di recuperare il terreno perduto nell’assistenza alle altre malattie. Impresa resa più difficile da organici ridotti, da un personale medico e infermieristico stremato, sotto remunerato, appesantito dagli obblighi burocratici e privo di gratificazioni morali. In più le relazioni del personale sanitario con i cittadini si sono deteriorate fino a sfociare in episodi di violenza ingiustificata. I cittadini sono diventati sempre più impazienti di veder riconosciuti i loro diritti, anche quelli che sono sbandierati come tali ma sono solo presunti. Questa distorsione ottica li porta ad esigere prestazioni non dovute la cui esecuzione non aumenta il livello di salute e che, se accolte, sottraggono risorse necessarie a soddisfare veri bisogni. Per onorare la memoria dei medici caduti duranta la pandemia è necessario riaffermare che dedizione, passione e altruismo sono gli imprescindibili fattori di rinforzo alle conoscenze, alle abilità cliniche e alle competenze di tutti i medici impegnati sul campo".