Sos dei mari per fermare l’inquinamento

Nel 2050 avremo negli oceani del pianeta più tonnellate di plastica che di pesce

La plastica è uno fra i materiali più usati a livello mondiale e permette molteplici usi. Il vero problema è lo smaltimento, cioè quello che succede dopo averla utilizzata. Ogni anno solo il 5% della plastica prodotta è riciclato; nel 2016 sono state prodotte 311 milioni di tonnellate di plastica e circa 8 milioni galleggiano nei nostri mari. A questi ritmi nel 2050 avremo più tonnellate di plastica che pesci. Oltre ai rifiuti classici da plastica, entrano in gioco le “microplastiche” che sono anche peggiori della plastica normale. Sono invisibili a occhio nudo, essendo pezzi minuscoli, nati o dalla degradazione di plastiche più grandi o da processi industriali che sfruttano le loro proprietà abrasive: microparticelle di plastica sono inserite in cosmetici, dentifrici, deodoranti, creme da barba, paste per lucidare ecc. Il problema di queste microplastiche è che possono essere ingerite non solo dai pesci, crostacei o molluschi ma anche dallo zooplancton di cui altri organismi si nutrono. Una volta ingerite, possono ostacolare la mobilità del tratto digestivo causando molti problemi. Una speranza viene dall’uso di plastiche biodegradabili e dal rilascio in mare di ceppi batterici in grado di biodegradare la plastica.