
Sos alla Soprintendenza Il progetto per l’ex Ugo Pisa nel mirino delle associazioni
Il futuro della ex colonia Ugo Pisa preoccupa le associazioni del territorio che ora provano a chiedere aiuto alla Soprintendenza, soprattutto per capire se il progetto di recupero e riqualificazione rispetti la tutela di un bene storico così come di tutta l’area del parco. A scrivere una lunga lettera sono Comitato Alluvionati Ricortola, Casone, Bondano e Partaccia, Circolo Arci 31 Settembre, Comitato Nuovi Paesaggi Urbani, Associazione L’Assiolo, Associazione Politikè, Associazione Amici di Ronchi e Poveromo, Italia Nostra Massa-Montignoso, Legambiente. Evidenziano prima di tutto come i "i fabbricati che costituiscono il compendio della ex colonia Ugo Pisa, di proprietà pubblica e realizzati da oltre settanta anni, siano sottoposti ad un vincolo di interesse storico culturale, dato confermato anche nella cartografia urbanistica allegata al Regolamento Urbanistico Comunale vigente".
All’interno del progetto di recupero del compendio, però, "è presente l’attivazione della procedura di richiesta della verifica di interesse culturale dell’edificio stesso, finalizzata a ottenere lo svincolo quale condizione inderogabile per l’inizio di procedimento di variante urbanistica sugli immobili oggetto dell’intervento rigenerativo". L’obiettivo è infatti demolire gli edifici e ricostruirli e da qui discenderebbe la necessità di una valutazione "quale unica possibile condizione per il recupero del contesto. Riteniamo di dover richiedere se siano state rispettate le specifiche competenze o se siano state osservate le dovute procedure per le conclusioni e le valutazioni poste a base dell’intervento progettuale", incalzano le associazioni visto che nel Pit esiste una norma prescrittiva che dice di "conservare recuperare e valorizzare i caratteri identitari, architettonici, tipologici e stilistici del tessuto urbano del primo Novecento".
‘Svincolare’ l’Ugo Pisa, secondo le associazioni, potrebbe essere un precedente pericoloso, apripista per altre strutture storiche come tutte le ex colonie. Anche il parco, concludono, "è coperto da un vincolo" nonostante le criticità "dovute alla mancata manutenzione che, nel corso degli anni, ha portato numerose piante ad essere pericolanti e molti pini marittimi ad essere colpiti dalla malattia Matsucoccus feytaudi. Per far fronte a questi problemi, nella relazione si prevede l’abbattimento di 7000 piante a fronte di un totale di reimpianti di 1330 unità. È inoltre previsto l’abbattimento di tutti gli alberi pericolanti o malati e una ripiantumazione di alberi di un anno di età di mezzo metro di altezza con successivi sfoltimenti a distanza di anni. Riteniamo che le modalità di sostituzione della pineta non tutelino affatto la permanenza dell’area boschiva in questa zona sottoposta a tutela e che non si possa parlare quindi di una riqualificazione ambientale del parco ma piuttosto del rischio di perdere per sempre uno dei polmoni verdi della città nonché tipica pineta costiera".