’Sei di Avenza se’ chiude i battenti: "Ormai era pieno di accuse e insulti"

Renato de Rosa spiega le motivazioni alla base della scelta che cancella una comunità da oltre 13mila iscritti

’Sei di Avenza se’ chiude i battenti: "Ormai era pieno di accuse e insulti"

’Sei di Avenza se’ chiude i battenti: "Ormai era pieno di accuse e insulti"

Dopo dieci anni Renato de Rosa ha chiuso il gruppo Facebook ‘Sei di Avenza se…’. L’amministratore e fondatore della pagina social ha deciso di cancellare una comunità online formata da oltre 13mila iscritti. Tanti i motivi di questa amara scelta, che de Rosa sinteticamente riassume in "grane, grattacapi, problemi, insulti, insinuazioni, seccature e accuse". E dopo l’accesa polemica sulle parole dell’imprenditore Alberto Franchi, ecco che de Rosa ha deciso di gettare la spugna, senza alcun ripensamento.

Ed è così che allora Avenza perde non solo un servizio per la comunità, ma anche uno spazio per poter tramandare la tradizione e ospitare le storie di ‘Carrione rosso sangue’, il giallo in salsa avenzina dello scrittore Ulisse Nessuno che stava spopolando sul gruppo. "Il gruppo aveva regole ben precise di civiltà – spiega Renato de Rosa –, niente maleducazione, propaganda politica e pubblicità. Non è mai stata tollerata la mancanza del rispetto della dignità della persona, e su Franchi si è passato ogni limite. Da troppo tempo passavo due o tre ore al giorno a cancellare i post offensivi e a gestire grane, grattacapi, problemi, insulti, insinuazioni, seccature e accuse. E questo a proposito di tanti argomenti. La gente scriveva quello che voleva, appellandosi al concetto di democrazia – prosegue de Rosa –, ma la democrazia finisce quando si offende la libertà altrui. In una comunità ci sono delle regole da rispettare, e chi le fa rispettare non è un tiranno, come mi ha accusato una minoranza prepotente che ha inquinato l’aria del gruppo". Insomma una decisione sofferta ma che per Renato de Rosa andava presa. "Ho gestito questo gruppo sempre con onesta e coscienza e ogni decisione che ho preso è sempre stata in assoluta buona fede e nell’interesse del gruppo e della comunità avenzina – aggiunge ancora Renato de Rosa – Ho mantenuto ‘Sei di Avenza se...’ lontano da qualsiasi influenza politica o ideologica. Libero, insomma, come credo di essere io. La cosa che più mi dispiace è che è stata un’esperienza toccante. Mi dispiace soprattutto per gli anziani e per tutti quelli che vivono lontani da Avenza. Il gruppo era anche un modo per tramandare la memoria, raccontare gli aneddoti o le storie, come ad esempio quelle di Ulisse Nessuno, ovvero un piccolo angolo quotidiano di Avenza".

"Il gruppo era anche un servizio di pubblica utilità. Continuerò a portare tutti voi nel cuore – conclude infine – quelli che mi hanno voluto bene e quelli che mi hanno criticato, sono sicuro che qualcuno saprà ricreare una pagina dedicata ad Avenza. Per me ora è arrivato il momento di dire basta".

Alessandra Poggi