
Lo stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua di Evam (foto di repertorio)
"Temiamo per la continuità aziendale di Evam e per la tenuta occupazionale conseguente". A lanciare l’allarme per il futuro di una delle principali aziende partecipate del Comune di Massa e di quello dei suoi 17 dipendenti è il Polo Progressista di Sinistra che, con una conferenza stampa, descrive la situazione attuale dell’Ente Valorizzazione Acque Minerali (di cui il Comune è il maggiore azionista con oltre il 98% del capitale sociale) e accusa l’amministrazione di non avere trasparenza sull’argomento. "Partecipate vuol dire diritti essenziali – afferma Daniela Bennati – e parlarne è fondamentale. Ma, siccome dall’amministrazione non ci è dato sapere, ci informiamo in autonomia". La consigliera cita "atti e documenti" ufficiali. "Non siamo noi a parlare – spiega –, ma il revisore contabile che, già nel 2023, descrive una situazione economico-finanziaria tale da mettere in pericolo la continuità aziendale. È il collegio sindacale, nel 2024, a sollecitare il Cda ad attivarsi verso l’assemblea dei soci per affrontare la crisi. E nel 2025 è Banca Etica a ridurre l’affidamento e a informare gli organi di controllo, come previsto dal Codice della Crisi d’Impresa. Non è che dietro a tutto ci sia la volontà di svendere questa società?"
Scende nel dettaglio Nicola Cavazzuti. "La situazione è chiara – spiega –. A fronte di un fatturato di 4 milioni, gli utili ammontano a soli 689 euro". Ma sono i numeri intermedi a preoccupare maggiormente il segretario del Prc: "Il vero campanello d’allarme è il crollo del valore aggiunto. Gli oneri finanziari sono in forte aumento, e non più giustificabili solo con i tassi d’interesse. Ciò fa intuire che ci sia stato un utilizzo notevole dell’indebitamento, che a sua volta certificherebbe l’osservazione che facemmo già a febbraio sul pagamento irregolare degli stipendi e che venne confermata dal Revisore indipendente. E tutto questo veniva detto già dal 2023, ma da allora niente è successo, con la botta finale arrivata da Banca Etica, che ha un’importante linea di finanziamento con Evam da ormai circa 8 anni. La banca ha verificato il rischio di tale finanziamento e se persistono le condizioni per mantenerlo, costringendo di fatto Evam a informare gli organi di controllo della situazione, la quale, essendo peggiorata, ha portato Banca Etica a dimezzare il finanziamento".
Cavazzuti evidenzia anche spese significative – come 17mila euro per un contenzioso e 6mila per la sponsorizzazione della Versiliana – che portano l’utile ante imposte in negativo di 20mila euro, con l’utile finale positivo solo per effetto delle imposte a credito. "C’è una perdita netta di fatturato pari a 200mila euro rispetto all’anno precedente e debiti a breve per 1 milione e 280mila euro, in aumento di circa 270mila. Raddoppiano anche i debiti tributari, come rilevato dal revisore contabile". "Nel verbale d’assemblea – continua – si legge che l’amministratore Gelati ha parlato di una nuova domanda di finanziamento a un istituto di credito. La crisi finanziaria, dunque, è concreta. Se analizziamo l’andamento dell’ultimo decennio, vediamo che il punto di svolta è stato il secondo semestre del 2020. Da allora l’azienda ha cambiato approccio: più orientata al marketing che alla produzione, più all’immagine che alla sostanza. Ciò che ne è derivato è stato un calo del margine operativo", l’aumento dei costi e degli oneri finanziari, e una progressiva erosione del rapporto tra margine operativo e fatturato.
"Nonostante questa situazione – incalza Bennati –, in consiglio non se ne è mai discusso e quando abbiamo portato noi l’argomento Evam sono scattate illazioni e minacce di querela. Noi non usiamo toni minacciosi. Allora perché l’amministrazione deve rispondere con toni stizziti?". "Può darsi – chiedono allora Luana Mencarelli e Luca Corsi – che questa mancata trasparenza derivi dal fatto che il Cda di Evam non sia inclusivo? Ovvero che sia composto esclusivamente da persone allineate politicamente? È venuto meno il contrappeso democratico e adesso noi non siamo a conoscenza delle soluzioni ipotizzate. Sappiamo che ci sono state interlocuzioni con partner per il commercio dell’acqua, ma a noi preoccupa che un bene comune e strategico come l’acqua venga privatizzato. L’amministrazione deve portare un piano e dire se sosterrà un aumento di capitale della società qualora l’amministratore glielo chiedesse".
Alessandro Salvetti