ALESSANDRO SALVETTI
Cronaca

Scoppia il ‘caso Evam’: "Temiamo per i lavoratori"

Il Polo progressista e di sinistra all’attacco: "Paura per la tenuta occupazionale". E rincara la dose: "La situazione finanziaria mette in pericolo l’azienda".

Lo stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua di Evam (foto di repertorio)

Lo stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua di Evam (foto di repertorio)

"Temiamo per la continuità aziendale di Evam e per la tenuta occupazionale conseguente". A lanciare l’allarme per il futuro di una delle principali aziende partecipate del Comune di Massa e di quello dei suoi 17 dipendenti è il Polo Progressista di Sinistra che, con una conferenza stampa, descrive la situazione attuale dell’Ente Valorizzazione Acque Minerali (di cui il Comune è il maggiore azionista con oltre il 98% del capitale sociale) e accusa l’amministrazione di non avere trasparenza sull’argomento. "Partecipate vuol dire diritti essenziali – afferma Daniela Bennati – e parlarne è fondamentale. Ma, siccome dall’amministrazione non ci è dato sapere, ci informiamo in autonomia". La consigliera cita "atti e documenti" ufficiali. "Non siamo noi a parlare – spiega –, ma il revisore contabile che, già nel 2023, descrive una situazione economico-finanziaria tale da mettere in pericolo la continuità aziendale. È il collegio sindacale, nel 2024, a sollecitare il Cda ad attivarsi verso l’assemblea dei soci per affrontare la crisi. E nel 2025 è Banca Etica a ridurre l’affidamento e a informare gli organi di controllo, come previsto dal Codice della Crisi d’Impresa. Non è che dietro a tutto ci sia la volontà di svendere questa società?"

Scende nel dettaglio Nicola Cavazzuti. "La situazione è chiara – spiega –. A fronte di un fatturato di 4 milioni, gli utili ammontano a soli 689 euro". Ma sono i numeri intermedi a preoccupare maggiormente il segretario del Prc: "Il vero campanello d’allarme è il crollo del valore aggiunto. Gli oneri finanziari sono in forte aumento, e non più giustificabili solo con i tassi d’interesse. Ciò fa intuire che ci sia stato un utilizzo notevole dell’indebitamento, che a sua volta certificherebbe l’osservazione che facemmo già a febbraio sul pagamento irregolare degli stipendi e che venne confermata dal Revisore indipendente. E tutto questo veniva detto già dal 2023, ma da allora niente è successo, con la botta finale arrivata da Banca Etica, che ha un’importante linea di finanziamento con Evam da ormai circa 8 anni. La banca ha verificato il rischio di tale finanziamento e se persistono le condizioni per mantenerlo, costringendo di fatto Evam a informare gli organi di controllo della situazione, la quale, essendo peggiorata, ha portato Banca Etica a dimezzare il finanziamento".

Cavazzuti evidenzia anche spese significative – come 17mila euro per un contenzioso e 6mila per la sponsorizzazione della Versiliana – che portano l’utile ante imposte in negativo di 20mila euro, con l’utile finale positivo solo per effetto delle imposte a credito. "C’è una perdita netta di fatturato pari a 200mila euro rispetto all’anno precedente e debiti a breve per 1 milione e 280mila euro, in aumento di circa 270mila. Raddoppiano anche i debiti tributari, come rilevato dal revisore contabile". "Nel verbale d’assemblea – continua – si legge che l’amministratore Gelati ha parlato di una nuova domanda di finanziamento a un istituto di credito. La crisi finanziaria, dunque, è concreta. Se analizziamo l’andamento dell’ultimo decennio, vediamo che il punto di svolta è stato il secondo semestre del 2020. Da allora l’azienda ha cambiato approccio: più orientata al marketing che alla produzione, più all’immagine che alla sostanza. Ciò che ne è derivato è stato un calo del margine operativo", l’aumento dei costi e degli oneri finanziari, e una progressiva erosione del rapporto tra margine operativo e fatturato.

"Nonostante questa situazione – incalza Bennati –, in consiglio non se ne è mai discusso e quando abbiamo portato noi l’argomento Evam sono scattate illazioni e minacce di querela. Noi non usiamo toni minacciosi. Allora perché l’amministrazione deve rispondere con toni stizziti?". "Può darsi – chiedono allora Luana Mencarelli e Luca Corsi – che questa mancata trasparenza derivi dal fatto che il Cda di Evam non sia inclusivo? Ovvero che sia composto esclusivamente da persone allineate politicamente? È venuto meno il contrappeso democratico e adesso noi non siamo a conoscenza delle soluzioni ipotizzate. Sappiamo che ci sono state interlocuzioni con partner per il commercio dell’acqua, ma a noi preoccupa che un bene comune e strategico come l’acqua venga privatizzato. L’amministrazione deve portare un piano e dire se sosterrà un aumento di capitale della società qualora l’amministratore glielo chiedesse".

Alessandro Salvetti