Scattano due denunce per pedopornografia

L’inchiesta della polizia postale partita da Firenze si è allargata alla nostra provincia. Perquisite varie abitazioni, sequestrati numerosi file

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di Andrea Luparia

Sono tra i protagonisti, in negativo, di una storia davvero brutta i due massesi che ieri mattina si sono trovati in casa gli agenti della Polizia Postale. Parliamo di un ventenne e di un sessantenne che da alcune ore sono nella poco onorevole lista di denunciati per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Tanto per essere più chiari. L’inchiesta è nata ed è cresciuta a Firenze ma poi si è sviluppata in ogni provincia toscana, compresa la nostra. Di ufficiale non c’è ancora nulla perchè la Polizia di Stato, almeno qui a Massa, tiene la bocca cucita. A quanto pare, però, nelle abitazioni dei due massesi, uomini e donne della “Postale“ hanno trovato e sequestrato diverso materiale. Che ora sarà visionato e valutato dagli inquirenti. Parliamo di migliaia di “file“ scambiati in Rete, in particolare su Telegram. Sarebbero tutti file prodotti fuori dall’Italia, forse in Asia. O altrove. Scene pesanti da vedere. In tutto le persone denunciate sarebbero (il condizionale è comunque d’obbligo) ben 31. Quelli residenti nella provincia di Firenze sarebbero 12, gli altri sono sparpagliati più o meno in ogni provincia toscana: si dice due a Lucca, due a Pisa, tre a Siena, tre ad Arezzo, uno a Livorno, uno a Grosseto, tre a Prato, due a Massa e uno a Pistoia. Poi ci sarebbe anche uno a Viterbo (ma siamo già nel Lazio). Impossibile sapere se l’inchiesta si allargherà ulteriormente. Certo, c’è anche la possibilità che una volta davanti al giudice dell’udienza preliminare, come talvolta accade, l’inchiesta perda diversi “pezzi“. Si vedrà. Di sicuro se si arriverà alla fase processuale, non sarà nel tribunale di Massa. Molto più probabilmente in quello di Firenze.

Ma è ancora presto. Tornando ai due massesi, l’unico dato che sembra abbastanza sicuro è che la loro posizione nell’inchiesta appare abbastanza marginale. Non sarebbero loro due, insomma, i “motori“ della diffusione dei file con contenuti pedopornografici. A diffondere in Rete video e altro materiale sarebbero stati alcuni fiorentini.