
Operatori impegnati nella disinfestazione di tombini contro diffusione delle zanzare
Il pericolo dei virus trasmessi attraverso le punture delle zanzare si sta estendendo in Italia, malattie con agenzi eziologici virali come West-Nile o arbovirosi fra cui Dengue, febbre Chikungunya che possono avere effetti dannosi sull’organismo umano e in alcuni casi anche mortali. Il focolaio avvenuto a Fano lo scorso anno ha messo in allerta istituzioni, aziende sanitarie ed enti locali. Quest’anno il Comune di Massa prova a muoversi in anticipo, intanto con un’ordinanza dirigenziale che impone alcune misure a tutti i cittadini per cercare di limitare la diffusione della cosiddetta zanzara tigre e della zanzara comune, principali vettori per queste malattie: in pratica, pungendo una persona infetta possono poi trasmettere il virus ad altri soggetti.
Asmiu, società partecipata del Comune, da contratto di servizio deve attuare a Massa un’attività di monitoraggio e disinfestazione con trattamenti antilarvali e adulticidi nelle aree pubbliche. Resta il problema di terreni e proprietà private, dove difficilmente si può intervenire, che possono rappresentare una zona di diffusione per le zanzare. Bastano alcuni accorgimenti, disposizioni di profilassi sollecitate anche dall’Usl Toscana Nord Ovest, che impongono "ai singoli cittadini, agli amministratori condominiali, ai proprietari e responsabili di attività industriali, artigianali e commerciali, con particolare riferimento alle attività di rottamazione e stoccaggio di materiali da recupero, ai responsabili di cantiere e ai conduttori di orti, di adottare determinati comportamenti ed interventi".
Le misure sono semplici, riportate all’interno dell’ordinanza, e se ne ricavano alcuni stralci: evitare ristagni di acqua, nelle piscine o nelle vasche, non abbandonare oggetti e contenitori di qualsiasi natura e dimensioni, nei quali possa raccogliersi l’acqua piovana e mantenersi in forma stagnante, svuotare sempre i contenitori di uso comune come sottovasi di piante, piccoli abbeveratoi per animali domestici, annaffiatoi, introdurre nelle piccole fontane e laghetti ornamentali di giardini pesci larvivori (come pesci rossi, gambusia, ecc.) o provvedere autonomamente a disinfestazioni periodiche dei focolai larvali. Pulire e usare larvicida in caditoie, tombini e altro. Precauzioni simili, anche se con le dovute modifiche del caso, sono previsti poi per le imprese, chi gestisce orti o giardini. Il mancato rispetto dell’ordinanza prevede sanzioni da 25 a 500 euro. I controlli potranno essere effettuati da personale Arpat o pulizia municipale.