Scandalo nella comunità, Aulla difende i religiosi coinvolti

Celebrata regolarmente la messa nella chiesa del ‘Groppino ’ citando Don Bosco. I fedeli: "Troppo accanimento, è tutta una montatura"

Aulla, i fedeli ieri  in chiesa

Aulla, i fedeli ieri in chiesa

Massa, 31 gennaio 2020 - Oggi si celebra la figura di San Giovanni Bosco, fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Un uomo che si è sempre prodigato a favore dei più piccoli e degli indifesi. E ieri pomeriggio, nella chiesa del ‘Groppino’ di Aulla, dove solitamente operano i sacerdoti del gruppo dei Discepoli dell’Annunciazione, come ieri, la santa messa è stata dedicata proprio a lui. Con un’omelia molto accorata, delicata e incentrata anche sul tema delle tenebre e della luce. Chissà se i fedeli hanno colto o meno un riferimento, seppur velato, alle vicende che hanno coinvolto alcuni membri della congregazione, cioè le inchieste penali e canoniche, con nove indagati per violenze sessuali e di gruppo.

La messa del pomeriggio è stata celebrata regolarmente e l’atmosfera che si respirava in chiesa era di calma e pace, nonostante tutto. Solo al termine della funzione alcune fedeli si sono schierate a favore del gruppo che vive da tempo ad Aulla. «Si sono integrati bene nel nostro territorio – ha detto una signora subito dopo la funzione – siamo molto dispiaciute di quanto si legge sulle pagine dei giornali». Fra tutti, l’uomo più difeso è proprio don Giglio Gilioli, capo dell’associazione finita sotto inchiesta per pedofilia: ad Aulla lo conoscono tutti da tempo.

«E’ un ottimo predicatore – ha aggiunto un’altra signora – ha un modo particolare di esprimersi, si accalora durante l’omelia, ma è il suo modo di fare e di certo non mi infastidisce. Siamo davvero arrabbiati per l’accanimento che c’è stato in questi giorni». A quanto pare i Discepoli dell’Annunciazione, ad Aulla, non hanno mai destato sospetti. Hanno celebrato messa, confessato i fedeli, benedetto le abitazioni, aiutando il parroco. Quanto alle accuse di violenza, in pochi ci credono. Di quelli presenti ieri nessuno. «Io vengo qui da tempo – ha raccontato una giovane – perché mi piace il loro modo di predicare, le parole che usano e mi sono affezionata. Non credo alle accuse mosse contro di loro, secondo me è una montatura per rovinarli».

Durante la funzione i celebranti non hanno ovviamente fatto menzione di quanto successo, ma hanno usato parole buone legate al potere della luce di rischiarare il buio, parole sul peccato, la tentazione e la necessità dell’aiuto di Dio per condurre una vita buona. Non hanno mancato di fare riferimento a Don Giovanni Bosco e alla sua opera, conosciuta in tutta Italia. Al termine della celebrazione sono rientrati nella casa adiacente alla chiesa e non hanno voluto commentare. «E’ un momento delicato – ha detto uno di loro sottovoce, prima di chiudere la porta della chiesa – preferiamo non dire nulla». A difenderli ci hanno comunque pensato i parrocchiani. «Noi siamo dalla loro parte – hanno detto – speriamo che la giustizia faccia il suo corso e ci dia ragione».