Crisi Sanac, pressing sul Governo. Ma Acciaierie d’Italia non rassicura

Lavoratori massesi alla manifestazione di Roma. Solo 4 milioni di tonnellate la produzione del 2023 della società partecipata

Una recente manifestazione dei lavoratori della Sanac

Una recente manifestazione dei lavoratori della Sanac

Massa, 21 gennaio 2023 - C’erano anche i lavoratori del gruppo Sanac e dello stabilimento di Massa giovedì a Roma alla manifestazione nazionale indetta dai sindacati in occasione del tavolo convocato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla situazione dell’ex stabilimento Ilva e sul futuro di Acciaierie d’Italia, società partecipata dallo Stato tramite Invitalia in società con Arcelor Mittal. E’ proprio da Acciaierie d’Italia che potrebbe arrivare una risposta per le sorti di Sanac, ma al tavolo al Mimit non si è parlato della situazione del gruppo.

"La nostra posizione continua ad essere quella della ricapitalizzazione al fine di far entrare lo Stato nella gestione come socio di maggioranza – sottolinea il sindacato Usb –. Oggi con una disponibilità economica importante e con decine e decine di aziende come Sanac sul lastrico per colpa di Acciaierie avremmo potuto finalmente riconquistare la nostra sovranità in un settore strategico nazionale come quello dell’acciaio. Constatiamo l’ennesima piroetta di una classe politica che in campagna elettorale anche qui a Massa Carrara ha promesso mare e monti agli operai per poi invece voltargli le spalle quando toccava passare dalle parole ai fatti".

La delegazione di Sanac, come era prevedibile, non ha potuto partecipare alla riunione al Mimit da cui comunque non sono emerse notizie molto rassicuranti con la produzione di Acciaierie d’Italia che per il 2023 dovrebbe attestarsi su 4 milioni di tonnellate. Poche per garantire un futuro anche a Sanac, sempre che decida di riacquistare refrattari dal gruppo.

La palla è ora nelle mani del Governo a cui i commissari di Sanac hanno dato alcune ipotesi: dalla chiusura degli stabilimenti, due subito e gli altri due fra sei mesi, compreso quello di Massa, a una nuova asta con spacchettamento degli impianti così come la vendita degli asset aziendali, preludio alla liquidazione.

A sollecitare il Governo ci prova anche il Partito democratico con un’interrogazione, firmata dai deputati Emiliano Fossi e Marco Furfaro, per sapere "quali interventi urgenti si intenda assumere al fine di garantire una soluzione positiva della situazione debitoria di Acciaierie d’Italia nei confronti di Sanac e quali interventi si intenda assumere al fine di rilanciare la filiera siderurgica italiana e garantire gli attuali livelli occupazionali degli stabilimenti Sanac". Un documento rivolto al ministro del Mimit, Adolfo Urso, e al ministro del lavoro, Marina Elvira Calderone.

"Vogliamo che il governo faccia chiarezza – hanno spiegato Fossi e Furfaro –. Tutti questi lavoratori devono essere tutelati. Il fatto che anche la terza manifestazione di interesse per Sanac sia andata deserta getta ombre su questa vicenda ed è necessaria una forte presa di posizione da parte del governo, al fine di assicurare la continuità produttiva. Noi saremo sempre in campo per tutelare il lavoro".