Sanac, l’impegno del territorio. Pressing sul ministro Giorgetti

Il tavolo convocato ieri da Lorenzetti con tutti i rappresentanti politici ha partorito una lettera ’ufficiale’ Tra le richieste il pagamento di Acciaierie del debito di 35 milioni e far ripartire gli ordini dall’ex Ilva

Bugliani, De Pasquale, Ferri, Lorenzetti, Bottici e Persiani al tavolo in Provincia

Bugliani, De Pasquale, Ferri, Lorenzetti, Bottici e Persiani al tavolo in Provincia

Massa, 21 giugno 2022 - Tre nodi da sciogliere, tre richieste messe nero su bianco da tutto il territorio e indirizzate al tavolo del Ministro per lo sviluppo economico che su Sanac aveva preso importanti impegni che a oggi non sarebbero stati rispettati, secondo lavoratori, sindacati e politica locale: Acciaierie d’Italia deve pagare, e presto, il debito da circa 35 milioni di euro nei confronti del gruppo per salvare il salvabile; far ripartire gli ordini dall’ex Ilva di Taranto verso i quattro stabilimenti Sanac così da ridurre l’utilizzo della Cassa integrazione e garantire una tenuta economica e finanziaria che permetta di traghettare la società verso un nuovo proprietario con un margine di contrattazione anche sindacale; infine convocare un tavolo al Mise per fare il quadro della situazione e capire quale sia la situazione sull’unica offerta ancora valida per Sanac, ossia quella dell’indiana Dalmia. Queste le tre richieste principali che partiranno dal territorio in una lettera indirizzata al Ministro dello sviluppo economico nel giro di due giorni, come deciso ieri al termine del tavolo promesso e convocato dal presidente Gianni Lorenzetti con tutti i rappresentanti politici del territorio, dalla provincia a Roma. Capire quale sia stato l’esito è difficile dirlo, lo stesso presidente della Provincia fa fatica a dare una dimensione e un quadro perché gli equilibri sono troppo importanti ma il baricentro delle manovre non è qua ma a Roma.

Presenti i due sindaci di Massa e Carrara, Francesco Persiani e Francesco De Pasquale, il consigliere regionale Giacomo Bugliani, gli onorevoli Cosimo Ferri e Laura Bottici, in video collegamento il consigliere politico del presidente Eugenio Giani, delegato a lavoro e di crisi aziendali, Valerio Fabiani. "Sarà una lettera formale, sottoscritta da tutti, che fra due giorni invieremo al Ministro dello Sviluppo economico con tre punti chiari e netti – precisa Lorenzetti –. Avere un impegno per far pagare il debito, in tal senso si muoverà anche la stessa senatrice Bottici che ha promesso di contattare Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia; poi far ripartire gli ordini ma soprattutto vogliamo un incontro con il ministro perché si era preso degli impegni su Sanac che oggi sono cambiati: vogliamo quindi parlare e capire, sapere se ci sono soluzioni e cosa può fare il Governo". Nel frattempo domani, mercoledì, è prevista anche la prima audizione in Commissione attività produttive alla Camera dei deputati, presieduta da Martina a Nardi, su Sanac a cui dovrebbero partecipare i sindacati nazionali.

A livello locale la tensione e la preoccupazione restano altissime come confermano i segretari della Cgil, Nicola Del Vecchio, della Femca Cisl, Stefano Tenerini, e della Uiltec, Massimo Graziani. "Serve un processo rapido che porti a una soluzione su Sanac – incalza Del Vecchio – per arrivare alla due diligence di Dalmia, conoscere il piano industriale e aprire la trattiva sindacale". Venerdì è inoltre previsto un nuovo incontro dei sindacati con i commissari Sanac per avere importanti aggiornamenti sulla situazione del gruppo. "Vediamo cosa succede, i momenti di confronto sono importanti, mantengono alta l’attenzione e dimostrano la disponibilità della politica – prosegue Graziani – ma qui qualcosa deve anche muoversi altrimenti la soluzione non arriverà da sola". Nel pomeriggio di ieri poi un altro incontro alla commissione lavoro del Comune di Massa, a cui ha partecipato anche il senatore Massimo Mallegni oltre a Ferri, da cui è emersa un’altra proposta: un’azione di forza dei parlamentari per martedì 28 sotto al Mise, senza appuntamento, per chiedere subito un incontro e delucidazioni al momento.

«Come sindacati ci trovano d’accordo – ha detto Tenerini – e se serve possiamo dare il nostro supporto. Ma a questo punto – conclude il segretario Femca – la politica deve essere pronta anche a un piano B. Non nascondiamoci: se l’acquisizione di Sanac non dovesse andare in porto bisogna pensare a ricollocare questi 100 lavoratori, a formarli per inserirli in altre aziende".