
Una vera e propria rivoluzione nel marmo è iniziata grazie al Comune
Per la prima volta nella storia del lapideo il Comune di Carrara mette a bando gli agri marmiferi secondo il nuovo disciplinare approvato dal consiglio comunale lo scorso febbraio. Un totale di sei lotti di monte che saranno assegnati alle aziende vicine o confinanti ai mappali. Si tratta di porzioni di agri che sono tornati a disposizione di palazzo civico o perché decaduti o perché non lavorati. I dettagli nelle parole della sindaca Serena Arrighi, con delega al marmo.
Ma come funziona questo nuovo bando?
"Il bando è frutto di un disciplinare che abbiamo fatto a febbraio, e che per l’appunto è stato fatto per colmare un elemento mancante a quello che era l’applicazione della legge 35 – spiega la prima cittadina –, che prevede un periodo di proroga alla fine del quale ci sarebbero state le gare. In realtà noi abbiamo già oggi degli agri liberi, disponibili e quindi questi agri che sono andati a gare in questi giorni saranno soggetti per la prima volta all’applicazione di questo disciplinare".
E cosa prevede il disciplinare? "Per la prima volta c’è un bando di gara a cui parteciperanno delle aziende presentando un’offerta con determinati parametri. I nostri uffici poi attraverso delle commissioni procederanno valutando le proposte che arriveranno in due fasi. La prima è quella che servirà di fatto a individuare il vincitore della gara".
I progetti in base a cosa saranno valutati?
"In base a quelle che saranno le ricadute socio economiche, ambientali, l’ammontare del canone di concessione che viene proposto, gli effetti occupazionali e anche il possesso di certificazioni sia del processo produttivo sia della parte ambientale".
Per queste nuove concessioni è prevista la lavorazione in loco del 50 per cento dei materiali? "No. In questo caso si identifica come lavorazione in loco quelle che sono le ricadute socioeconomiche in generale, perché l’obbligo di filiera corta relativa è relativo al periodo di proroga. E cioè tutti coloro che hanno firmato le convenzioni e stanno godendo del periodo di proroga hanno l’obbligo di filiera corta dell’articolo 21. In questo caso l’obbligo non esiste perché si identifica con le ricadute socioeconomiche".
Ovvero?
"Abbiamo cercato anche in questo nuovo bando di replicare la filosofia della legge regionale 35, vale a dire l’obbligo di filiera corta e la premialità rispetto alla realizzazione di progetti per la città. Nella prima fase saranno valutati i progetti e decretato il vincitore. Chi vincerà prenderà 13 anni di concessione ma ci possono essere ulteriori dieci anni opzionali, laddove ci siano la premialità e la filiera corta. Chi farà la filiera corta avrà un punteggio in più, inoltre si chiede anche un investimento sulle infrastrutture, in questo caso le strade al monte, e poi la realizzazione di opere pubbliche nel Comune di Carrara. Quindi nella parte opzionale c’è un richiamo forte a tutto quello che è la disciplina precedente".
Come è tornato in disponibilità di questi agri il Comune di Carrara?
"Circa due anni fa è stata fatta una ricognizione degli agri, e alcuni sono risultati decaduti, o perché nessuno li ha rivendicati o perché non erano lavorati, insomma tutta una serie di motivi per cui sono tornati a disposizione del Comune. E adesso sono in disponibilità delle cave contigue o vicine".
Per quanto riguarda l’articolo 21 ci sono sviluppi?
"I nostri uffici li stanno valutando, ma è stato necessario chiedere delle integrazioni e delle specifiche. A breve ne partiranno altri, oltre a quelli del camposcuola e della nuova tribuna al campo di Fossone".
Alessandra Poggi