Massa, quattro vittime delle infiltrazioni infette: l'ex primario a processo

Duello in punta di diritto in Tribunale. Al banco dei testimoni anche una signora anziana costretta sulla sedia a rotelle

Un medico al lavoro nel suo laboratorio (foto di repertorio)

Un medico al lavoro nel suo laboratorio (foto di repertorio)

Massa, 10 dicembre 2022 - Scintille ieri mattina, inTribunale, al processo al dottor Maurilio Chimenti, infettivologo, ex primario al Noa. L’avvocato difensore Marina Menconi ha chiesto (e spesso ottenuto) il ritiro di molte domande fatte ai testimoni da Pm e parte civile. A quanto pare, esulavano dalla necessità di approfondire i reati contestati. A poco sono valse le resistenze. Il giudice ha condiviso le tesi del legale. Ma facciamo un passo indietro. Secondo l’accusa, il medico sarebbe responsabile dell’infezione contratta alle gambe da quattro pazienti.

Nel mirino, le infiltrazioni (punture) al ginocchio praticate nel suo studio dal medico. Una testimone era in sedia a rotelle. L’anziana signora ha detto che lui era andato 2 o 3 volte a trovarla in ospedale. Poi era stata trasferita alla Don Gnocchi ("lui però non veniva più a trovarmi") e dopo era tornata al Noa: "Stavo male, vomitavo. Abito a Marina di Massa: ero andata da lui per un dolore al ginocchio ".

Poi è entrata una teste più giovane. Alla domanda su perchè conosceva Chimenti ha risposto: "A ndavo in piscina a fare un corso di riabilitazione e si parlava delle punture di ozono che faceva. A me fanno male le ginocchia. L’ho chiamato e ho preso appuntamento. Era l’aprile 2019. Ho portato la risonanza alla schiena e alle ginocchia e mi ha fatto 3 punture alle ginocchia e in fondo alla schiena. Poi però le ginocchia hanno iniziato a farmi male. Sono dovuta andare al Pronto Soccorso. Non riuscivo ad alzarmi, avevo una gamba enorme. Al Pronto soccorso hanno trovato l’infezione e mi hanno ricoverato. Ho sentito un medico dire “guarda un’altro caso, non possiamo più stare zitti“. Sono stata quasi 3 mesi ricoverata. Dicevano che era infezione per stafilococchi". Rispondendo alla parte civile, la donna ha detto che "mi hanno aiutato i due figli e mia nuora. Se non c’erano loro non ce la facevo. Le prime punture le ho pagate senza fattura, per le ultime sei ho pagato 120 euro. Non riuscivo nemmeno ad andare in bagno ".

Poi si è parlato di un foglio che il medico avrebbe portato alla paziente "dove diceva che si prendeva tutte le responsabilità e che era assicurato. Mio figlio mi disse di non firmare. Quando tornò e lo vide non firmato si è stizzito e l’ha ripreso". Infine si è parlato della lettera con cui una nota assicurazione diceva di non aver Chimenti tra i clienti e della proposita di andare all’ospedale di Albenga: " Non me lo propose Chimenti ma una mia cugina. Io dissi no. Secondo lei potevano seguirmi meglio ma anche qui in ospedale erano bravissimi".

L’ultimo teste ha detto di conoscere il medico da sempre: "Siamo coetanei. Stavo male, feci la risonanza e gliela portai". Alla domande se aveva avuto conseguenze dopo le infiltrazioni ha ris post o: "Sì, al ginocchio. L’hanno riscontrato all’ospedale di Rapallo. Alla terza infiltrazione avevo il ginocchio gonfio, non potevo camminare. Al Pronto soccorso mi hanno cambiato cura. Mi hanno ricoverato per artrite settica " . Prossima udienza il 27 gennaio per finire i testi dell’accusa. Poi parleranno quelli della difesa.