REDAZIONE MASSA CARRARA

Prima nazionale Nancy Brilli in ’L’ebreo’

La nuova commedia noir firmata da Gianni Clementi in scena da venerdì al Teatro Guglielmi. Repliche sabato e domenica

La nuova commedia noir firmata da Gianni Clementi in scena da venerdì al Teatro Guglielmi. Repliche sabato e domenica

La nuova commedia noir firmata da Gianni Clementi in scena da venerdì al Teatro Guglielmi. Repliche sabato e domenica

Red carpet per Nancy Brilli che sarà protagonista dell’ultima opera di Gianni Clementi ’L’ebreo’ in prima nazionale al Teatro Guglielmi questo venerdì alle 21 e in replica sabato e domenica. Lo spettacolo, con Fabio Bussotti e Claudio Mazzenga che accompagneranno sul palco Brilli, si inserisce nella ricca stagione teatrale del ’Guglielmi’ realizzata dall’amministrazione comunale e da Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, con la direzione artistica di Cinzia Bertilorenzi e Fondazione Toscana Spettacolo.

Con l’entrata in vigore delle leggi razziali italiane, nel 1938, si diffuse, tra gli ebrei, la pratica di intestare a prestanome fidati i propri beni per metterli al riparo da probabili espropri, per poi rientrarne in possesso in tempi migliori. Per questo motivo, Marcello e Immacolata Consalvi si ritrovano ricchi dall’oggi al domani, intestatari di quattro appartamenti e due negozi del loro padrone, catturato e deportato lontano dall’Italia. La fine della guerra coincide con l’inizio dell’attesa per i coniugi Consalvi. L’azione de ’L’ebreo’ si svolge nel 1956: nevica a Roma e le esitazioni di Marcello, ligio dipendente che mai aveva dubitato del ritorno del padrone, cominciano pian piano a sciogliersi sotto le certezze di Immacolata, sicura invece della sua morte. Proprio mentre si consolida la loro nuova condizione sociale ed economica, dopo tredici anni, il padrone bussa alla porta per reclamare le sue proprietà. Immacolata, però, non intende rinunciare a quella vita cui, ben presto, si è abituata; convince, dunque, il marito a barricarsi in casa negandosi anche a conoscenti e amici. Sull’orlo di una crisi di nervi, dopo giornate trascorse come reclusi, la donna decide che l’unico modo per porre fine all’incubo sia eliminare l’Ebreo. Da quel momento si succedono i colpi di scena, fino ad arrivare al finale della commedia noir con un evento tanto imprevedibile quanto inaspettato.

’L’ebreo’ è uno dei testi più avvincenti di Gianni Clementi, nel quale albergano diversi temi storicamente legati a un tempo apparentemente lontano che risultano ancora oggi tristemente attuali. La vicenda è ambientata a metà degli anni Cinquanta con il dichiarato intento di indagare l’animo umano e il grado di aberrazione al quale si può arrivare pur di non perdere i privilegi acquisiti. Parliamo, in fondo, di denaro, e del potere che ne consegue e che diventa il “leit motiv” della società degli anni a seguire fino ai giorni nostri.

In uno spettro ampio che va dalla commedia alla tragedia, la storia ruota intorno a due figure preminenti: il padrone ebreo, personaggio continuamente citato, mai fisicamente presente in scena ma avvinghiato alla coscienza di Marcello Consalvi, suo fedele ragioniere, e Immacolata, donna bellissima e volitiva, allo stesso tempo cinica e, a tratti, violenta, a sua volta vittima di un’infelicità latente che prova a mascherare con un’ostentata consapevolezza di sé. Il primo concede alla famiglia Consalvi una sorta di “sogno a tempo”, con la speranza di rientrare in possesso dei suoi averi una volta tornato; la seconda afferra quel sogno per cristallizzarne il tempo e farlo diventare solida realtà. Perenne carnefice del marito Marcello, la signora Consalvi non perde occasione per denigrarlo, anche davanti agli amici, buttandogli in faccia continuamente la sua inadeguatezza per la nuova condizione.