ANDREA LUPARIA
Cronaca

’Porta a porta’ nelle ville dei vip Cocaina a domicilio in Versilia

L’inchiesta parte dal ritrovamento di un pacco con 40 grammi di droga tra le radici di una pianta a Bergiola. Poi la squadra mobile ha scoperto collegamenti con gli spacciatori che ’lavorano’ in mezza Toscana.

di Andrea Luparia

Sgominata una banda guidata da albanesi, da parte della squadra mobile di Massa, con la capacità di vendere stupefacenti ai ricchi come ai poveri. Ai meno ricchi nel modo più consueto: ad esempio prendendo la droga ai margini di un boschetto in via Bergiola consegnandola al conducente dell’auto che arrivava (le Bmw come le Panda) e non mancava il centauro alla guida di una potente Yamaha. Ma c’erano anche quelli specializzati nella... consegna a domicilio. In questo caso villette o appartamenti di lusso in Versilia. Ma vediamo chi sono, tenendo sempre conto che parliamo dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari firmata dal Gip Marta Baldasseroni, non di una sentenza di condanna (se mai ci sarà). Il provvedimento è scattato nei confronti di Jarmouni Abderaim, nato in Marocco e residente a Massa, Jarmouni Azedin, nato in Marocco e senza fissa dimora, Haberi Arlin, nato in Marocco ma domiciliato a Massa, Jarmouni Tark, nato in Albania, senza fissa dimora, A. Bianchi, nato e residente a Massa, Klaudio Kaca, nato in Albania, senza fissa dimora, Brunga Ergis, nato in Albania e residente in provincia della Spezia, Lazr Briken, nato in Albania e residente in provincia di Pistoia, Baha Walter, nato in Albania e residente a in provincia di Pistoia, Enric Russo, nato a Napoli e residente in provincia di Pistoia, Pery Alfred, nato in Albania ma residente in provincia di Pistoia, e Kajmaku Tuland, nato in Albania residente in provincia di Firenze e già agli arresti domiciliari.

A far partire l’inchiesta era stata la sezione Narcotici della squadra mobile che il 9 aprile del 2022 aveva trovato 40 grammi di cocaina dentro un sacchetto nascosto tra le radici di un albero in una zona boschiva a Bergiola. E’ da questa scoperta che sono partite le indagini, con videosorveglianza, intercettazioni telefoniche e pedinamenti. Non c’è voluto molto, agli investigatori, per capire che la centrale massese riforniva di coca e altre sostanze stupefanti anche La Spezia, la Valdinievole, l’area di Fucecchio e il Val d’Arno basso (provincia di Pisa). Non a caso la quantità di droga sequestrata sfiora complessivamente i cento chili. Alla fine, delle 12 persone coinvolte, solo una era già ai domiciliari. Per fermare tutti gli altri, mercoledì mattina, si sono mossi in tutto oltre quaranta agenti della polizia di Stato. Le accuse sono varie e vanno, a seconda dei casi, dallo spaccio di sostanze stupefacenti alle lesioni semplici alle lesioni agravate finendo con l’associazione a delinquere. Reggeranno le ipotesie accusatorie al vaglio dei giudici? Molto dipenderà dai legali, tra i quali c’è già l’avvocato Riccardo Balatri.