
Sono sempre bloccati ad Amman. "Il nostro pellegrinaggio è anche un segno di vicinanza concreta. Il mio cuore è con i bambini di Gaza"
Dovrebbero rientrare oggi dalla Giordania il vescovo Mario Vaccari e i due parroci don Stefano Lagomarsini e don Massimo Redaelli, rimasti bloccati in Medio Oriente dopo l’attacco di Israele all’Iran. Facevano parte di una delegazione toscana di vescovi, religiosi e laici in pellegrinaggio in Terra Santa. Dalla Giordania arrivano le parole rassicuranti, e un appello alla pace, di don Stefano, parroco della chiesa di San Vitale a Mirteto: "Stiamo bene – dice il parroco da Amman – aspettando un volo per rientrare. Al di là dell’epilogo e di questa terra tormentata dai conflitti, è stata per noi un’esperienza meravigliosa fatta di incontri e momenti di preghiera importanti. Toccare il suolo dove Gesù ha camminato è sempre un dono. Interessante anche il dialogo con il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme".
Nella notte tra giovedì e venerdì, poi, è tutto precipitato. "Abbiamo sentito le sirene ed è scattato l’allarme generale – spiega don Stefano –. Chiusi gli spazi aerei e chiusa la città vecchia, Gerusalemme è stata blindata. Dopo aver celebrato la messa al Santo Sepolcro il consiglio dei frati ci ha invitato a partire verso la Giordania. Abbiamo avuto la vicinanza di ambasciatori e consoli e naturalmente dei frati della Custodia". Una ’fuga’ organizzata in poco tempo grazie alla collaborazione della Custodia di Terra Santa, del patriarcato di Gerusalemme e della Nunziatura Apostolica. "Siamo dovuti scappare da Gerusalemme", ha detto il vescovo Mario. Poi il lungo viaggio con due pulmini alla volta della Giordania. In Terra Santa con fra Mario e don Stefano c’è anche don Massimo Redaelli, parroco di Casola e dell’unità pastorale di Soliera. La delegazione toscana era in pellegrinaggio anche per pregare per la pace e dare un segno di vicinanza concreta a quei territori martoriati dalla guerra. Chiaro il pensiero di don Stefano Lagomarsini che ringrazia chi ha voluto fare una offerta, prima della loro partenza, per i bambini Gaza. "I cristiani in Terra Santa hanno bisogno di noi e della nostra preghiera – afferma –. Grazie a tutti e, come dicevano San Giovanni Paolo II e Papa Francesco, mai più la guerra. Il mio cuore è con quei bambini di Gaza che muoiono sotto le bombe e con quelli sopravvissuti che hanno fame".
Intanto ieri, da Amman, sono partiti con un volo per Roma il vescovo di San Miniato, Giovanni Paccosi, l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, e il vescovo di Livorno, Simone Giusti. Insieme a loro anche un laico della diocesi di Siena. "Per il nostro pellegrinaggio stiamo vivendo un epilogo non atteso da nessuno, certamente non da noi ma neanche da tutto il mondo – queste le parole del cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana, anche lui con gli altri in Terra Santa. Lojudice ha spiegato: "Siamo sempre in atteggiamento di preghiera, sembra che altro non si riesca a realizzare in questo momento da questa parte del mondo. Abbiamo il disagio di non essere potuti rientrare nei tempi stabiliti ma siamo tranquilli, siamo stati accolti e guidati da tutte le persone e le istituzioni presenti sul territorio. Attendiamo un volo che ci riporti in Italia".
Maria Nudi