
"A minimis incipe" è un motto di San Giovanni Bosco che vuol dire "inizia dalle piccole cose". E’ la parola d’ordine che il vescovo Giovanni Santucci ha scelto per descrivere il suo impegno pastorale al momento della consacrazione. A Pontremoli le 5 campane storiche della Torre di Cacciaguerra e quelle della chiesa di San Francesco nel pomeriggio del 19 maggio 2010 avevano squillato all’unisono in omaggio all’annuncio del nuovo vescovo, che succedeva a monsignor Eugenio Binini, dimissionario per limiti di età. "Ricordo che monsignor Santucci è stato nel nostro Duomo come concelebrante in occasione della consacrazione episcopale di monsignor Silvani – afferma monsignor Silvano Lecchini, segretario del vescovo di Pontremoli monsignor Giuseppe Fenocchio per 28 anni dall’aprile 1955 all’agosto 1983 –. Con la nomina vescovile la nostra comunità aveva rivolto al nuovo vescovo un sincero augurio per la sua attività". Pontremoli tiene molto al suo co-vescovado, così come alla memoria di tutti i suoi vescovi. "Fanno parte della nostra storia – prosegue Lecchini – e la gente ha sempre guardato a loro come guida spirituali. Monsignor Santucci (nella foto durante una recente visita in Lunigiana) dopo l’insediamento era stato invitato dal clero pontremolese per il pontificale del 2 luglio in occasione della festa per celebrare la Madonna del Popolo. Tra le diverse vicissitudini legate al suo mandato si è dovuto scontrare con il terremoto del 2012 che ha lasciato il segno in 89 chiese (su un totale di 436) della Diocesi causando danni agli edifici per quasi 4 milioni. Per far fronte all’emergenza Santucci ha dato il via al progetto ’Pietre sacre’ puntando al restauro di una ventina di chiese". Con le sue dimissioni molti fedeli hanno timore che la Diocesi venga accorpata a quella di Lucca. Un’eventualità che però viene esclusa da molti religiosi.
Natalino Benacci